Apple è stata spesso criticata per lo stretto controllo che esercita sull’App Store e per le procedure a volte poco comprensibili di approvazione delle app che vogliono farne parte. In realtà, questo controllo serve a evitare che gli utenti iOS possano scaricare applicazioni fatte male o pericolose (se non addirittura malware) e basta dare un’occhiata allo stato dello store per Android – Google Play, dove un controllo del genere non c’è – per concludere che Apple in fondo le sue ragioni ce le ha.
Tutto questo però non ha impedito che, con il successo dell’iPhone e l’aumento del numero degli sviluppatori e quindi delle app, anche l’App Store diventasse un enorme deposito di oltre due milioni di app in cui le funzioni di ricerca aiutano poco e gli utenti spesso si ritrovano davanti ad app magari fatte anche bene, ma non aggiornate da anni e sostanzialmente inutili sui nuovi dispositivi.
Ora Apple ha deciso di metterci una pezza, in occasione del lancio di iOS 10, e ha avvisato gli sviluppatori che alcune cose cambieranno dal prossimo 7 settembre.
In primis, Apple inizierà a identificare le app che non sono più aderenti alle sue linee guida per lo sviluppo e che sono state di fatto abbandonate senza aggiornamenti da tempo. Avviserà i loro sviluppatori per dare modo di aggiornarle e poi, nel caso, le eliminerà. Ma chi le ha già scaricate potrà continuare a farlo, avvisano da Cupertino.
Seconda novità: i nomi delle app non potranno avere più di 50 caratteri. Oggi sono teoricamente 255 ma di solito i nomi di oltre 100 caratteri sono rifiutati. La riduzione a 50 serve a evitare che gli sviluppatori usino nomi molto lunghi per infarcirli di parole chiave e così essere meglio piazzati nei risultati del motore di ricerca dello Store.