Con il passaparola le Pmi scoprono Skype

Le telefonate a basso prezzo via Internet riscuotono un buon successo anche fra le piccole aziende

La conversazione telefonica con Enrico Noseda, responsabile del business development in Europa di Skype, si svolge tra pc (all’aperto, in mezzo al parco Sempione) e telefono fisso (al chiuso in una casa milanese posta più o meno a 2 km in linea d’aria). Tutto bene, salvo un paio di interferenze. Ma, soprattutto, un’ora di conversazione senza spendere un cent di euro.

Un fenomeno, quello di Skype, nato per il mercato consumer, ma che sta prendendo piede anche nelle piccole e medie imprese. Un effetto consumerization ante litteram, si potrebbe dire. “Una sorpresa anche per noi – confessa Noseda -. Il fatto è che nostri utenti portano la loro esperienza da casa in ufficio, diventando dei veri e propri promotori della nostra piattaforma. E la cosa prende piede”.

Niente male per una società che, per tenere bassi i prezzi, non fa marketing e pubblicità né dispone di rete di vendita, ma si affida al vecchio e, visti i risultati, efficace passaparola.

Ebbene, oggi il 30% dei “skypisti” italiani stanno nell’area business. Addirittura, c’è chi come Fiam batterie (3000 dipendenti) e il Parco delle Cinque Terre (piccolissima realtà locale) usa Skype come principale operatore di comunicazione (non solo per telefonare, ma anche per fare chat, video, ecc.).

Per Noseda, il motivo principale di adozione di Skype da parte delle Pmi nostrane è il risparmio dei costi business sul fronte delle telecomunicazioni. Un esempio per tutti? Chiamate illimitate verso un paese estero a scelta (ma anche Italia-Italia) 2,95 euro al mese. In seguito, però, non di rado entrano in gioco aspetti legati alla maggiore produttività, a sua volta legata alla facilità dei collegamenti interni ed esterni all’azienda. E, sorpresa, nelle piccole e medie imprese va alla grande la videochiamata. Il motivo è semplice: risparmiare costi di viaggio per meeting, e, perché no, evitare stress e fatiche inutili.
La qualità video fino a qualche anno fa lasciava alquanto a desiderare. E oggi? “È decisamente migliorata – risponde Noseda – Grazie anche alla partnership con Logitech”. Nel frattempo la società ha allargato il ventaglio di dispositivi, affrancandosi completamente dall’uso esclusivo del Pc. In questa ottica, ha lanciato anche il suo cellulare, lo Skype Phone, che però non ha avuto un buon riscontro di mercato (il partner di rete è Hutchinson).

Tornando alle imprese, a questo punto Skype si è data una strategia “più consapevole” per conquistare il segmento. Rientra in questa strategia l’accordo recente con Asterisk, produttore di un software Pbx open source che, secondo Noseda, permette di ottenere le stesse funzioni offerte da sistemi proprietari con una spesa minore e una maggiore flessibilità.

Asterik è usato come elemento portante per realizzare mediatori Rtg/Ip, sistemi Centrex, applicazioni per la gestione di call center, e altro ancora. Asterisk sarebbe la prima applicazione ad aprirsi ai milioni di utenti Skype in tutto il mondo, aprendo da una parte alle chiamate gratuite Skype-to-Skype e dall’altra ai vantaggi delle tariffe Skype Out.

Evidente che per Skype si apre un’opportunità forte per affermarsi definitivamente nel mondo business. “A iniziare dalle piccole e medie imprese, dove entrare è più facile, perché Skype è più conosciuta”. E dove, conditio essenziale, il numero delle teste da mettere d’accordo è molto inferiore rispetto alle grandi organizzazioni.

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