Comune di Parma – Un ruolo strategico per l’Oss implementato

Al Comune di Parma, la struttura deputata al governo della gestione e dello sviluppo del sistema informatico, denominata Servizi Informatici e Telematici, si avvale della collaborazione della società partecipata It.City, che gestisce l’It in outsourcin …

Al Comune di Parma, la struttura deputata al governo della gestione e dello sviluppo del sistema informatico, denominata Servizi Informatici e Telematici, si avvale della collaborazione della società partecipata It.City, che gestisce l’It in outsourcing.


«Da diversi anni – ha esordito Paolo Fontechiari, responsabile dei Servizi Informatici e Telematici del Comune – usiamo alcuni prodotti opensource che hanno sostenuto la crescita dei sistemi informatici dell’Amministrazione. In particolare, stiamo usando soluzioni open a livello infrastrutturale e di sistema operativo per il mail server, i security firewall, i tool di system management e i Web server. In tutti questi ambiti i prodotti sono quasi sempre sostitutivi delle produzioni software commerciali». A livello di produttività individuale, anche se in via del tutto sperimentale, i componenti dei Servizi Informatici usano, invece, OpenOffice, suite alternativa ai prodotti Microsoft. «L’utenza in genere – ha sottolineato Fabio Berti responsabile sistemi It.City – usa esclusivamente Windows 2000/Xp Professional, mentre sul lato server viene prevalentemente usato il sistema operativo Microsoft Windows Server 2000/2003. Quantitativamente l’utilizzo del sistema operativo Linux all’interno dell’Ente è, quindi, poco rilevante, ma riveste un ruolo assolutamente fondamentale e strategico».


La scelta delle attuali soluzioni opensource installate ha un carattere “storico” ed è stata adottata già nell’ambito dei progetti di innovazione tecnologica che hanno portato le Pubbliche amministrazioni verso i servizi Web e di posta elettronica. «Le motivazioni principali – ha proseguito Berti – sono rappresentate dal risparmio iniziale in termini di costi per le licenze e gli aggiornamenti, anche se ulteriori fattori quali le maggiori garanzie di protezione, la flessibilità, l’adattabilità su hardware divenuto insufficiente per altri sistemi operativi, hanno influito sull’utilizzo di queste soluzioni».


Nell’ambito di strutture complesse come può essere una Pa, l’adozione di prodotti opensource può consentire, quindi, il conseguimento di notevoli vantaggi, «purché – ha proseguito Berti – si accompagni a coerenti interventi sull’organizzazione interna e sia supportata da una precisa volontà strategico-decisionale e dalle necessarie professionalità». Proprio questo sembra essere un nervo ancora scoperto del mondo opensource.


«Purtroppo – ha concluso Fontechiari -, in base alla nostra esperienza, abbiamo constatato che le professionalità altamente specializzate, sfruttando le qualità proprie del software open, sono costose e difficili da reperire e questo elemento, rappresenta un’importante criticità da tenere in conto».

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