Community, la chiave del successo dei videogame mobili

Gli operatori concordano: bisogna creare affiliazione. Ma manca “la killer” application. Gli sviluppatori invece lamentano la mancanza di compatibilità, che obbliga a creare più versioni anche per i cellulari del medesimo brand, limitando il numero di giochi realizzabili

Nel mondo dei videogiochi mobile, quelli per i telefonini per intenderci, la
parola d’ordine è community. L’hanno sottolineato alcuni dei principali
operatori del settore intervenuti alla Conferenza Italiana VideoGame
organizzata da Italia Network Service.


L’elemento su cui intendono tutti puntare è quello della comunicazione, più
spesso della competizione, tra coloro che si appassionano al medesimo gioco.
«C’è però un problema non di poco conto – ha sottolineato
Stefano Lai, responsabile del neonato centro di
eccellenza intrattenimento di
Vodafone Global -:
gli operatori non hanno ancora individuato la killer application che
consenta di creare una solida community
». In pratica, non esiste ancora un
modo univoco per creare fidelizzazione impedendo che un utente passi alla
concorrenza.


Però, secondo quanto ha affermato Alessandro Masolini di
Nokia, quello dei videogame mobile è stato nel 2005 un mercato
di circa 4 miliardi di dollari e dovrebbe arrivare a circa 11 miliardi di
dollari nel 2010. A fronte di motivazioni come queste, non stupisce che sia in
atto una sorta di gara per vedere chi per primo azzecca la killer
application.


Questo avviene sul versante dei provider, che tendono a soddisfare i gusti
del pubblico con offerte di giochi sempre più ricche e differenziate, magari
collegate a particolari promozioni, ma avviene anche sul versante degli
sviluppatori, che però lamentano un grosso limite. Fabio
Saracino
di Enemyx, società del gruppo Italia Network
Service, ha infatti precisato che attualmente sono troppe le versioni di un
medesimo gioco che deve realizzare chi sviluppa per il mondo mobile. E non si
tratta solo di adattarsi alle specifiche di marche differenti, ma anche di
soddisfare i requisiti di diversi modelli di un medesimo produttore. «Questo
limita il numero di giochi sviluppabili perché l’investimento che si potrebbe
indirizzare nella ricerca e sviluppo bisogna prevederlo per la realizzazione di
decine di versioni del medesimo gioco
».


Durante la Conferenza sono poi emersi due fattori strategici per
l’affermazione di un videogame, che hanno trovato d’accordo gli operatori
presenti: la necessità di avere una modalità di pagamento
semplificata
per accedere al videogioco (in questo senso gli Sms
possono essere di grande aiuto) e la possibilità di sfidare altri utenti
su piattaforme differenti
. Il che, nel senso più ampio della
definizione, potrebbe voler dire sia di intavolare partite contro chi usa una
console, un computer o anche il digitale terrestre, sia anche, secondo quanto
sostenuto da Saracino, semplicemente giocare contro chi usa un altro tipo di
telefonino senza avere problemi di compatibilità.

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