Commercio collaborativo nuova linfa vitale per l’e-business

Le tecnologie di rete come ponte ideale tra e-procurement, supply chain integrata e gestione amministrativa aziendale. Questa convergenza stimola l’avvio di progetti innovativi, anche in Italia. Un ruolo di rilievo, poi, spetta alla condivisione interna dei processi.


Le nuove tecnologie del mondo Ict stanno trasformando le modalità attraverso le quali le aziende comunicano e gestiscono i processi di business, sia internamente sia verso l’esterno. Sempre più spesso, infatti, nuove funzioni aziendali sono chiamate a rispondere a compiti e professionalità che hanno nella rete il loro comun denominatore. Nel corso degli ultimi anni è possibile osservare un percorso che, prendendo avvio da aree istituzionalmente orientate ai clienti come il marketing, o le vendite, e passando per le funzioni più interne (Human resource e amministrazione), sta coinvolgendo progressivamente anche le aree che gestiscono i rapporti tra l’azienda e gli attori a monte e a valle della catena del valore, secondo la logica della supply chain integrata (I-Scm). Tutto questo, tuttavia, non è bastato a garantire nel tempo le efficienze e i risparmi che l’utilizzo di tali tecnologie doveva apportare. Le inefficienze sono, sostanzialmente, riconducibili a tre ordini di motivi. Anzitutto, la mancanza di un quadro normativo e istituzionale che abilitasse la creazione di reti di collaborazione efficaci. Ancora, la carenza di standard tecnologici che rendesse possibile una comunicazione a valore aggiunto tra gli attori. Infine, l’utilizzo massiccio di tecnologie, senza che questo si accompagnasse al ridisegno dei processi interni, esterni e di collaborazione, con la conseguenza di uno scollamento tra le soluzioni, pur se avanzate, e l’organizzazione aziendale. Il risultato è stato, spesso, la creazione di reti “chiuse” (o solo interne alle aziende, o tra aziende “amiche”), che hanno generato circoli viziosi dai quali risulta difficile estrarre un reale valore aggiunto.

Implicazioni interne ed esterne


La prima fase di sperimentazione ha lasciato, quindi, spazio a una fase di sviluppo più consapevole, le cui dinamiche appaiono in rapida evoluzione. In particolare, emerge una forte enfasi sul ruolo del “buy side” nell’indirizzare le direzioni di crescita del commercio elettronico. L’e-procurement, che è parte integrante del commercio collaborativo, sembra destinato a divenire il modello di transazione primario dal punto di vista del valore dei beni e dei servizi scambiati e dell’impatto sulle filiere. Ancora, una connotazione di forte verticalizzazione delle transazioni B2B, che trova origine in alcuni fenomeni tra loro correlati. In primo luogo, l’incremento delle transazioni dirette (process) rispetto a quelle indirette. In seconda battuta, la convergenza in corso tra l’e-procurement, le tecnologie di gestione del ciclo di supply chain e la gestione amministrativa aziendale. Come si evince dal grafico, quindi, il fenomeno riceve un nuovo impulso dal contesto economico e tecnologico, prospettando un incremento significativo in Italia, con un tasso medio di crescita annua che, da qui al 2008, secondo Idc è pari a circa il 39,6%. In particolare, nella definizione dell’analista, il B2B comprende tutte le transazioni buy e sell side, anche se finora è stata soprattutto la prima area (e-distribution, e-marketplace ed e-procurement) a movimentare il mercato. Il contesto economico, tuttavia, impone alle imprese un’attenzione sempre maggiore verso i costi, che si traduce in un rallentamento degli investimenti in It. Le conseguenze di questo fenomeno sono che si punta sempre più su innovazioni semplici, il cui obiettivo è la riduzione dei costi più che lo sviluppo del business o l’intervento sui processi esistenti. Tutto questo si traduce nella richiesta di progetti dove la componente organizzativa di ridisegno dei processi e di individuazione delle corrette modalità di supporto al business diventa essenziale. In parallelo, cresce la domanda di progetti nei quali la componente infrastrutturale (la rete) diventa condizione necessaria e sufficiente e di applicazioni che dimostrino, sin dai primi momenti della loro introduzione, l’effettivo vantaggio che se ne riceve. In conclusione, il commercio collaborativo rilancia un settore decisamente involuto e apre prospettive molto interessanti. Per gli utenti, la sfida è nella capacità stessa di mettere in discussione i propri modelli di business, affrontando investimenti più contenuti, il cui Roi è dimostrabile, e selezionando i fornitori che possono meglio comprendere i processi (interni, esterni e di comunicazione), abilitando la collaborazione in tutte le fasi di scambio.


Infine, proprio nell’ambito della collaborazione tra soggetti appartenenti alla stessa organizzazione si apre un altro fronte in grado di stimolare gli investimenti. Dalle team room alla cooperazione online su progetti, alla condivisione delle più svariate informazioni, il Web contribuisce a rendere più fluidi i processi coi quali tutti gli attori interni all’organigramma influenzano il raggiungimento degli obiettivi aziendali.

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