Come utilizzare una partizione Linux già esistente con Vmware?

D Io ho installato Vmware per Windows su una macchina su cui esistono già sia Linux (Redhat 6.2) che NT4, utilizzando Linux come sistema “guest”, il tutto senza particolari problemi. Dopo aver installato una versione minimale di Linux nel disco “virtua …

D Io ho installato Vmware per Windows su una macchina su cui esistono già sia Linux (Redhat 6.2) che NT4, utilizzando Linux come sistema “guest”, il tutto senza particolari problemi. Dopo aver installato una versione
minimale di Linux nel disco “virtuale” ricavato nella partizione NT, riesco
tranquillamente a “montare” e quindi “vedere” le partizioni fisiche Linux.Volevo
sapere: come avete fatto ad utilizzare la partizione “/” (root) nativa di Linux
facendola partire all’interno di Vmware

R Se il suo problema è come far
partire da Windows NT4 una macchina virtuale Linux che sia, in realtà,
l’installazione per Linux che usa già tramite un sistema multiboot, la soluzione
è non usare il disco virtuale e installare una versione di Linux, ma creare una
configurazione di Vmware che usi direttamente le partizioni esistenti di Linux.

Si può definire sia in fase di impostazione iniziale dal Configuration
Wizard (nella terza schermata, dove viene richiesto se far partire la macchina
virtuale da un virtual disk o da una Existing Disk Partion), sia, per una
configurazione esistente, da Settings/Configuration Editor/IDE (o SCSI) Drivers,
selezionando Existing Disk Partition nella sezione Type: consigliamo caldamente
di partire con una nuova configurazione, via wizard.
Nella definizione delle
“existing partitions” bisogna poi selezionare quali partizioni devono essere
read only e quali read/write e si può anche decidere che le partizioni read only
non siano visibili dal sistema operativo guest.
Nel caso della macchina che
usiamo comunemente, per non rischiare, abbiamo messo visibili read only (per il
sistema operativo guest, si intende) tutte le partizioni non Linux, cioè quelle
Windows NT e quella che contiene l’mbd, e ovviamente read/write quelle Linux,
compresa la swap.
Attenzione, però: usare un’installazione già esistente può
creare qualche problema. Ci sono almeno un paio di punti a cui prestare
attenzione:
1. Dice che sulla sua macchina ci sono sia Linux che Windows NT,
ma non specifica come fa il boot: in ogni caso, per far partire Linux anche
dalla macchina virtuale bisogna usare lo stesso metodo che si usa per
l’installazione reale. Usiamo un esempio. Noi utilizziamo il boot loader di NT
per selezionare quale sistema operativo far partire al boot fra Linux e Windows
NT, facciamo lo stesso dalla macchina virtuale configurata per usare le
“existing partitions”: mi appare cioè il menu di scelta di NT e devo selezionare
Linux per farlo partire correttamente.
Se usa altri metodi per far partire
Linux, per esempio quello del floppy di boot o boot loader di terze parti, credo
debba applicare la stessa metodologia, cioè comportarsi nella macchina virtuale
come se fosse un “vero” boot (per esempio, quindi, inserendo il floppy di boot
all’avvio della macchina virtuale, se usa quel metodo). Dal punto di vista
pratico, però, abbiamo provato solo la soluzione con il boot loader di Windows
NT e siamo sicuri che funziona perché l’abbiamo installata su diverse
macchine.
2. Una volta avviato il guest Linux, c’è il problema dei differenti
device: Vmware, infatti, “rimappa” le varie schede fisiche (rete, audio e
quant’altro) con un subset predefinito di schede virtuali (vedi sul sito
www.vmware.com per i dettagli tecnici).
Quindi il sistema di riconoscimento
dell’hardware di Linux (probabilmente kudzu, se usa Redhat) si comporta come se
lei avesse cambiato fisicamente le schede: le dirà quindi, per esempio, che non
esiste più la sua scheda di rete “reale” e che invece è presente una Amd, che
non esiste più la sua scheda audio “reale” ma che c’è una Soundblaster, e così
via.
Deve quindi, perlomeno, mettere in conto di gestire, a ogni boot, una
serie di domande da parte di kudzu (in parte si può “bypassare” lasciando tutte
le configurazioni attive, sia quelle reali sia quelle virtuali, dopo qualche
tentativo dovrebbe funzionare).
Tutto ciò se non ci sono problemi di
compatibilità: io, per esempio, ho impiegato un mese per riuscire a far
funzionare una soluzione speculare (Windows NT come sistema operativo guest con
Vmware per Linux, ma usando un’installazione reale) perché non riuscivo a capire
quale fossero i drive/device incompatibili.
Luca
Pecchi

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