Come tracciare le modifiche di configurazione del PC

Guida a Windows System State Analyzer, il tool gratuito di Microsoft in grado di paragonare due “istantanee” di configurazione ed esportare le differenze in un report HTML.

Verificare quali modifiche sono state apportate alla configurazione del sistema operativo dopo l’installazione di una nuova applicazione non è affatto semplice. Com’è, noto, infatti, gran parte delle applicazioni non si limitano a memorizzare i propri file all’interno di una singola cartella su disco fisso ma, potenzialmente, possono aggiungere nuovi file nelle cartelle di sistema di Windows, modificare la configurazione del registro, installare nuovi driver e così via.

Fortunatamente esistono software, distribuiti a titolo completamente gratuito, che permettono di rendersi conto di quali interventi vengono apportati, ad esempio, da parte di una procedura d’installazione di un qualsiasi programma.

Essi, solitamente, analizzano la configurazione attuale del sistema prima dell’installazione di un software quindi la paragonano alla situazione successiva. Per differenza, quindi, è possibile ottenere un resoconto finale con l’indicazione di tutte le modifiche apportate al personal computer.

Fra questi rientra il software Windows System State Analyzer. Programma ancora oggi poco conosciuto, è stato sviluppato e reso disponibile direttamente da Microsoft.

La scarsa popolarità dell’applicazione è riconducibile al fatto che sino a qualche tempo fa, Windows System State Analyzer era sinora distribuito come parte integrante dei programmi di certificazione Windows 2008 R2 ossia della procedura, stabilita dal colosso di Redmond, per l’assegnazione del logo “certificato per Windows” ai vari prodotti software.

Windows System State Analyzer consente di paragonare due “istantanee” della configurazione del sistema, scattate in differenti momenti di tempo. L’impiego più comune, quindi, consiste nella comparazione dello stato del sistema in uso prima e dopo l’installazione di un’applicazione.

Grazie a Windows System State Analyzer, si può anche controllare quali elementi dovessero restare sul sistema dopo l’avvenuta disinstallazione di un programma.

Requisito indispensabile per l’installazione di Windows System State Analyzer è la presenza, sul sistema in uso, del pacchetto .Net Framework 2.0. Dal momento che Windows Server 2003 R2, Windows Vista, Windows Server 2008, Windows Server 2008 R2 e Windows 7 includono già, di default, la seconda versione del .Net Framework non si avranno problemi nell’installazione dell’utility.

Per avviare la procedura d’installazione di Windows System State Analyzer, è sufficiente fare doppio clic sul file Software_Certification_Toolkit_x86.msi oppure Software_Certification_Toolkit_x64.msi, a seconda che si stia utilizzando una versione a 32 o 64 bit di Windows.

Durante il setup consigliamo di richiedere l’installazione del solo componente Windows System State Analyzer (opzione Custom) impostando gli altri due elementi su This feature will not be available.

Il programma, una volta eseguito, si presenta sotto forma di un’unica finestra suddivisa in due parti. Si può iniziare con l’impostazione del pannello di sinistra.

Scegliendo Create new si richiederà la generazione di una nuova “istantanea” della configurazione del sistema mentre dal menù a tendina è possibile optare, ad esempio, per Pre install.

Selezionando tale voce, si farà in modo che al file con estensione .bin contenente tutte le informazioni sullo stato del sistema, venga assegnato il nome Pre install.bin. Il significato della scelta è chiaro: ci si appresta a memorizzare in un file la configurazione del sistema prima dell’installazione di un nuovo software.

In alternativa si può scegliere, ad esempio, Pre configuration se non si sta installando una nuova applicazione ma ci si accinge ad intervenire sulle impostazioni di Windows.

La dizione Custom consente di attribuire al file contenente tutte le informazioni sulla configurazione del sistema operativo e delle applicazioni installate, un nome completamente arbitrario.
In ogni caso, suggeriamo di modificare la cartella dove il file .bin viene salvato (campo Baseline snapshot path).

Nel riquadro più in basso (Selected options), vengono indicati gli elementi del sistema operativo controllati da Windows System State Analyzer.

Per impostazione predefinita, il programma tiene traccia dei file memorizzati sul disco C:, dello stato del registro di Windows, dei servizi di sistema e dei driver.
Cliccando sul menù Tools, Options quindi sui pulsanti Add e Remove si può eventualmente abilitare o disattivare il controllo sui vari elementi del sistema.

La procedura di creazione della prima “immagine” della configurazione di Windows è avviabile semplicemente cliccando sul pulsante Start. Tale operazione può richiedere molto tempo per poter essere portata a completamento, a seconda del quantitativo di dati memorizzato sul personal computer.

Dopo aver generato la prima “istantanea”, è possibile installare la nuova applicazione sul sistema. Il consiglio è quello di eseguirla sempre almeno una volta in modo che il programma appena installato provveda eventualmente a generare file accessori o chiavi aggiuntive all’interno del registro di Windows.

Alcuni elementi utilizzati durante il funzionamento di un’applicazione, infatti, vengono spesso generati al momento del primo avvio e non durante l’installazione del programma.

Terminata questa fase, si potrà selezionare – dal pannello di destra di Windows System State Analyzer – il nome Post install dal menù Snapshot name. Anche qui, consigliamo di modificare la cartella dove il file .bin viene salvato (campo Current snapshot path) indicando preferibilmente quella specificata, in precedenza, nel riquadro di sinistra.
Cliccando sul pulsante Start si potrà avviare l’operazione di creazione della seconda “immagine”.

Durante la generazione dei file di configurazione in formato .bin è bene non effettuare nessun’altra operazione in modo tale da non alterare ulteriormente la configurazione del sistema operativo.

Dopo aver creato la prima “istantanea” ed avviato l’installazione del programma da monitorare, qualora quest’ultimo dovesse richiedere un riavvio del personal computer, si potrà rispondere, senza problemi, in modo affermativo.

Al rientro in Windows, si riavvierà Windows System State Analyzer portandosi nel pannello di destra e richiedendo la generazione della seconda “istantanea”.

Non appena Windows System State Analyzer avrà completato anche questo secondo passo, in calce alla finestra principale del programma comparirà il pulsante Compare. Cliccando su tale pulsante, il software provvederà a paragonare le due configurazioni di Windows, registrate in momenti differenti, annotando eventuali difformità.

Tutte le differenze rilevate potranno essere salvate su disco sotto forma di un report complessivo in formato HTML oppure esaminate facendo riferimento alla scheda Quick comparison. Qui, la variazioni individuate durante l’analisi condotta da Windows System State Analyzer sono organizzate in diversi gruppi a seconda che riguardino l’aggiunta, la modifica o l’eliminazione di file, elementi del registro di Windows, servizi e driver.

Windows System State Analyzer è un buon tool, soprattutto per il fatto di essere gratuito e per il completo report in formato HTML che riesce a produrre. Il principale svantaggio deriva dalla lentezza in fase di creazione dei file d’immagine in formato .bin.

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