Come sta cambiando lo storage di rete

Le evoluzioni tecnologiche e di business stanno definendo nuovi requisiti. Secondo Luca Marazzi, country manager di WD, i fattori chiave sono convergenza, standardizzazione, progettazione e disaster recovery. Con un unico obiettivo: superare i limiti di spazio.

Quello dello
storage è oggi uno dei settori tecnologici più dinamici e ricchi di
innovazione. “L’evoluzione in questo segmento
è tale da stare cambiando il modo di gestire, condividere e
accedere ai file
, in sostanza di lavorare
– sostiene Luca Marazzi, country manager di WD
-. Backup, server storage, cloud,
virtualizzazione sono solo alcune delle modalità che consentono alle aziende di
proteggere e salvaguardare dati cruciali, favorendo l’efficienza e rispondendo all’esigenza
sempre più marcata di gestire moli via via più considerevoli di dati di differente
natura
”.

I
compiti assegnati agli ambienti storage sono sempre più diversificati e questo
ha causato una rilevante diversificazione nelle soluzioni, comportando un’integrazione sempre maggiore tra storage
e server
: NAS per la condivisione di file, integrazione di server di
backup, accesso da remoto e iSCSI SAN (Block Storage) sono alcune delle
modalità di impiego e delle funzionalità richieste per rispondere a svariate
necessità aziendali. “Si tratta di
sistemi sempre più integrati, scalabili
– afferma Marazzi -, che favoriscono l’efficienza e riducono al
minimo i tempi di progettazione, gestione e manutenzione del backup
”.

Grazie alle sue caratteristiche, oggi il sistema
operativo più usato in ambiente storage è Windows
. “A farlo preferire a Linux – puntualizza Marazzi – sono soprattutto la standardizzazione,
l’interoperabilità con migliaia di applicazioni (superiori rispetto a
qualsiasi altro OS) e la ripetibilità (grazie ai driver standardizzati e
ai pacchetti di installazione Microsoft). Dal canto suo, Linux è solitamente impiegato
come OS ‘fai-da-te’. Anche il supporto per Windows è standardizzato e offerto
in maniera diffusa da Microsoft, OEM, TechNet e attraverso una delle più ampie
community online
”.

Oltre
alle sempre più spiccate differenze fra le soluzioni, va evidenziato anche che non tutti gli hard disk sono creati allo
stesso modo
: la progettazione e le performance variano a seconda
dell’ambiente di lavoro a cui sono destinati. In tal senso, Marazzi cita come
esempio i prodotti di classe enterprise,
che sono sostituibili a caldo, permettono le configurazioni RAID (1 & 5), consentono
ridondanza Gigabit Ethernet e dual power.

Per
l’implementazione di un ambiente storage sono particolarmente rilevanti la
durabilità MTBF (Mean Time Between Failure), tra 800.000 – 1,4 milioni di ore,
il ciclo di lavoro (24 x 7 x 365), le funzionalità TLER (Time Limited Error
Recovery – che limita il ripristino a 7 secondi), e RAFF (Rotary Acceleration
Feed Forward). “I dischi destinati ai
computer desktop non sono consigliati per l’utilizzo in ambienti enterprise, su
un controller RAID
– dice Marazzi -. Esistono
anche dischi intelligenti dotati di sensori e accelerometri per essere meglio adattati all’ambiente in cui
operano. Il risultato è un trasferimento dati costante e continuo e una maggiore
durata del disco stesso
”.

Lo
spazio di archiviazione è costoso e limitato. Rispetto al 2013, per il 2014 si
stima una crescita dal 4,4 al 15,5%
delle esigenze di spazio
, con un conseguente aumento dei costi. Lo spazio di
lavoro è critico e gli uffici non sempre consentono di disporre di una stanza
server dedicata. I nuovi sistemi sono composti da dispositivi ultracompatti a elevata densità storage. Inoltre, offrono scalabilità futura in grado di supportare una crescita costante e
sicura.

La replica dei dati è cruciale
conclude Marazzi -, soprattutto quando si
parla di dati sensibili e di informazioni dei clienti, perché i dati non si limitano ai soli server
”.
I tempi di recovery possono variare a seconda della soluzione che si adotta:
che si tratti di servizi basati su cloud off-site, di co-localizzazione dei
dati (offerta ad esempio da Amazon, Carbonite, CloudMe, Google, KeepVault,
Microsoft, Mozy, Symantec e così via), o di replica delle informazioni che può
avvenire presso uffici remoti e succursali aziendali. Oltre a offrire una
maggiore sicurezza dei dati, la deduplica consente di aumentare l’ampiezza di
banda e massimizza “la finestra di backup”.

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