Come ottimizza (risparmiando) un grande operatore

Più di 2.000 server (Sun e Hp, con storage di Emc e NetApp), 6.500 metri quadrati e 8 megawatt di potenza (praticamente, una centrale elettrica) sono i numeri che caratterizzano i due centri di calcolo milanesi di Fastweb, carrier nazionale che, dal ‘9 …

Più di 2.000 server (Sun e Hp, con storage di Emc e NetApp), 6.500 metri quadrati e 8 megawatt di potenza (praticamente, una centrale elettrica) sono i numeri che caratterizzano i due centri di calcolo milanesi di Fastweb, carrier nazionale che, dal ’99 ad oggi, ha vissuto una crescita esponenziale. L’operatore, dunque, conosce bene quale può essere l’impatto della bolletta elettrica in un datacenter. In Fastweb il fattore consumo viene considerato nel suo complesso, come ci ha spiegato Paolo Barberis, Ict operation director: «In una sala dati grande i consumi sono abbastanza lineari. Possono variare in base alla stagionalità per il condizionamento ma, con un numero elevato di macchine, per la parte elaborativa in genere si ottiene un naturale bilanciamento».


Fastweb ha avviato lo scorso anno un progetto di server consolidation con il fine di ridurre la complessità e abbassare i costi operativi. «Si tratta di diminuire l’energia, i metri quadri, le risorse impiegate nella gestione o, meglio, limitarne la crescita. Il costo energetico è, quindi, uno dei motori che ha spinto la rivisitazione delle architetture» ha spiegato il manager. Il progetto è iniziato dal consolidamento dei database e in seconda battuta si allargherà alle logiche applicative. Mezzo per farlo, ovviamente, la virtualizzazione, che porta con sé proprio il risparmio energetico. In generale, la scelta delle macchine è tattica: coerenza di fornitura per la porzione Unix, altrimenti si dovrebbero ricompilare gli applicativi, e ampia scelta per la parte Intel, dove, invece, la competizione tra fornitori si gioca sul Tco e, dunque, anche sul consumo della macchina. È interessante notare che nel parco server di Fastweb sono assenti i sistemi blade (ci sono solo rack in tutte le dimensioni). I blade, infatti, non ridurrebbero sostanzialmente il consumo energetico, non quanto il creare macchine logiche su server più grandi. Senza contare che il partizionamento logico offre più flessibilità nel riposizionare le risorse. Quanto al condizionamento, altro primo attore della bolletta, è approcciato dal carrier in modo tradizionalista. «Al di là dei voli pindarici che le ultime metodologie di raffreddamento consigliano – ha proseguito il manager – preferiamo utilizzare tecnologia consolidata e sovradimensionata, perché è più pericoloso un fermo del sistema di raffreddamento che un’interruzione dell’alimentazione».


Fastweb utilizza, dunque, condizionatori grandi, con adeguata ridondanza, che agiscono su tutto l’ambiente del datacenter. Il rafreddamento puntuale a zone, secondo Barberis, ha senso in sale con densità inferiore: «Se la densità è come la nostra, e aumenta di continuo, è più logico raffreddare tutto. Tra l’altro, si elimina lavoro impiantistico a fronte di una ulteriore crescita».

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