Come l’AI ridefinisce la formazione e le professioni, secondo Develhope

Develhope AI formazione lavoro

Come afferma Develhope, tech school italiana specializzata nell’insegnamento di competenze digitali e soft skill utili per l’inserimento nell’attuale panorama lavorativo, nel 2024 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia ha vissuto una vera e propria accelerazione, raggiungendo quota 1,2 miliardi di euro, con una crescita del +58% rispetto all’anno precedente (Fonte: Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano).

Un balzo che segna non solo l’ingresso definitivo dell’AI nel tessuto economico nazionale, ma anche un cambiamento strutturale: quasi la metà degli investimenti (43%) riguarda ora soluzioni di AI generativa, la tecnologia che sta trasformando radicalmente il modo in cui lavoriamo, comunichiamo e produciamo valore. Il restante 57% si concentra, invece, su applicazioni più tradizionali. La crescente attenzione verso i modelli generativi ci conferma quindi che l’AI non è più un tema solo per grandi aziende e sviluppatori, ma un’opportunità trasversale, che riguarda professionisti, PMI e interi settori produttivi.

L’intelligenza artificiale infatti sta ridefinendo i confini di moltissime professioni e dei processi aziendali, accelerando l’automazione e trasformando le competenze richieste. Secondo quanto emerso dall’ultima edizione del Randstad Workmonitor, la ricerca di Randstad sulle principali trasformazioni del lavoro e sulle nuove esigenze a livello di formazione dei talenti, infatti, il 43% dei lavoratori italiani chiede una formazione specifica sull’intelligenza artificiale, con focus su competenze tecniche, analitiche e soft skills.

Consapevole di questo scenario, Develhope ha rivisto la propria proposta educativa, integrando ai diversi percorsi formativi, corsi pratici e verticali in AI. Inoltre, sta lavorando a nuovi progetti che vedono l’insegnamento dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale applicata a differenti ambiti tra cui, ad esempio, le PMI, il Terzo Settore, la creazione di startup e a professioni specifiche come l’avvocato, l’architetto, l’ingegnere, il geologo, il commercialista e così via.

L’AI non sostituirà i lavoratori, ma chi non saprà utilizzarla rischierà di essere tagliato fuori” – hanno commentato Massimiliano Costa e Alessandro Balsamo, di Develhope -. “Ciò che con Develhope vogliamo fare è insegnare come utilizzare specifici tool di AI generativa in applicazione alle diverse attività professionali quotidiane come, ad esempio, a supporto di azioni ripetitive o ad alto impatto di effort, impostazioni per campagne di marketing, creazione di contenuti, ricerche, automazioni, agenti e assistenti virtuali.”

Dalla trasformazione dei ruoli alla nascita di nuove professioni

Secondo Develhope, la transizione digitale e l’introduzione dell’intelligenza artificiale stanno trasformando in profondità il mercato del lavoro ridefinendo molte professioni e dando origine a nuove figure professionali ibride, nate all’intersezione tra tecnologia, business e processi operativi. In particolare, i lavori ad essere maggiormente soggetti alla trasformazione che l’AI sta portando sono quelli con un alto contenuto cognitivo ma ripetitivo, presenti in tutti i settori, dal marketing al customer service, dalla finanza al legale, fino alla pubblica amministrazione. Develhope parla di ruoli come ad esempio: analisti, tecnici amministrativi, operatori di front-office e persino professionisti come avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro.

“Chi oggi analizza dati, domani dovrà progettare le domande giuste per ottenere insight dalle AI; chi oggi scrive report o contratti, domani dovrà valutarne la coerenza generata da modelli e ancora, chi oggi gestisce la relazione col cliente, dovrà sempre più orchestrare un flusso di automazione e interfacciarsi con strumenti intelligenti. In questo scenario, il vero rischio non è essere sostituiti dall’AI, ma non saperla usare e perdere competitività.” – prosegue Massimiliano Costa.

Tra i nuovi profili emergenti spiccano, invece, ruoli non necessariamente riservati ai laureati in discipline tecnico-scientifiche ma che richiedono comunque competenze specifiche e trasversali. Alcuni esempi sono: Prompt Engineer e gli AI Trainer, esperti nella gestione del dialogo con i modelli linguistici; AI Workflow Designer, che integrano l’AI nei processi aziendali; Data Product Manager, che guidano lo sviluppo di soluzioni basate su dati e algoritmi e gli specialisti in AI compliance e etica, fondamentali per garantire un uso responsabile e conforme alla normativa delle nuove tecnologie, soprattutto nei settori regolamentati.

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