Cnipa: più sicurezza per la Pa

La relazione annuale di Livio Zoffoli sottolinea lo sviluppo impetuoso dei sistemi informatici

Siamo al di sopra della media europea in materia di disponibilità di servizi
pubblici in rete, con una crescita di nove punti in due anni, ma l’offerta è
ancora disomogenea in termini di qualità e completezza. Nonostante questo il
vero problema della Pa italiana è relativo alla sicurezza.




Livio Zoffoli, presidente del Cnipa nell’annuale relazione sul processo di trasformazione digitale nel 2006 della burocrazia pubblica è convinto che la Pubblica amministrazione italiana sia oggi molto più efficiente, ma osserva che “lo sviluppo di questi
sistemi è stato caratterizzato negli anni da approcci differenti, generalmente
autonomi nelle scelte e nelle modalità di realizzazione. Ogni amministrazione,
talvolta ogni settore o ogni dipartimento, ha privilegiato la ricerca di una
risposta, quale che sia, alle pressanti esigenze di miglioramento rispetto alla
necessità di una visione prospettica. È stato uno sviluppo addirittura
impetuoso
, almeno in alcune fasi, che ha costruito molti sistemi, non
mettendo però in atto, se non in casi molto specifici, i necessari
elementi di robustezza e stabilità

.



Per questo oggi è necessaria una “riflessione
sulla affidabilità complessiva del sistema informatico pubblico”.
Dal
censimento dei sistemi elaborativi dell’amministrazione centrale emerge la
presenza di 1.033 differenti Ced con 31 mainframe e 9.600 server applicativi,
che occupano uno spazio di 60.000 mq, l’equivalente di dieci campi di calcio,
che richiedono il presidio di 7.300 addetti e che costano 450 milioni di euro
l’anno.


“Si tratta di una situazione che presenta dei
rischi
– ha sottolineato Zoffoli –, di cui è opportuno avere piena
coscienza per poterli affrontare e risolvere. Occorre quindi mettere in
sicurezza il sistema informatico pubblico italiano
. La
razionalizzazione delle infrastrutture significa anche consolidare in un numero
limitato di sedi l’insieme della potenza elaborativa necessaria, costruendo
centri caratterizzati da superiore robustezza fisica, tecnologica e
organizzativa e capaci di condurre a elevate economie di scala”.



Il presidente del Cnipa ha quindi affermato che
“non è certo garantita la continuità quando ogni anno è necessario cercare
la copertura finanziaria per il funzionamento di infrastrutture comuni su cui
poggia l’intero sistema”.




A riprova della validità di questo monito sulla
sicurezza, Zoffoli ha citato come esempio “il Sistema pubblico di
connettività che ha normalizzato l’architettura dei sistemi di telecomunicazione
e tenuto sotto controllo i costi, con un risparmio di circa il 50% sui canoni
per la sola connettività nel periodo di esercizio (dai 130 milioni del 2005 ai
65 del 2006)”.




Per quanto riguarda la modernizzazione della Pa, si rilevano progressi nei servizi erogati e nella crescita delle infrastrutture, nonostante un’ulteriore riduzione della spesa per beni e servizi Ict (2,137 miliardi di € del 2006 contro i 2,211 del 2005).
I servizi a imprese e cittadini in rete crescono dell’11%, con un totale di 260 milioni di transazioni on line nel 2006. Le procedure di identificazione, dove richieste, sono ancora però per la quasi totalità di tipo tradizionale. Il numero dei siti delle amministrazioni sale in modo fisiologico del 7% arrivando a 1.026 e le visite ai siti crescono
del 10%, per 336 milioni.
L’introduzione del cedolino elettronico, oltre un milione,
soprattutto nel mondo della scuola, consente rilevanti risparmi di spesa per
stampa e spedizione.


Continua a crescere l’uso della posta
elettronica

per numero di utenti e messaggi scambiati. Il fenomeno nuovo è l’avvio della Pec-Posta elettronica certificata (la raccomandata elettronica). A fine 2006 erano 15 i fornitori di servizi di Pec abilitati, 200 mila caselle postali, di cui 20 mila intestate ad uffici pubblici.
Le postazioni di lavoro sono 552 mila, il 3% in più
rispetto al 2005. Una copertura quasi totale; 4 su 5 sono collegate in rete
locale, 2 su 3 con connessioni in banda larga a Internet. Aumenta
l’utilizzo di soluzioni open source
e il riuso del software si sta
diffondendo, se pur lentamente.


I tagli imposti dalla Finanziaria 2006 sono la
principale causa della riduzione del 4,8% della spesa per l’acquisto di beni e
servizi informatici nelle Pa centrali (1.620 milioni di €); in parte compensata
da un leggero incremento (3%) delle spese delle Pa territoriali. Il Cnipa ha poi
realizzato portali settoriali per costituire un punto unitario di accesso a
informazioni e servizi erogati dalla Pa centrale e locale, di utilizzo semplice
e organizzato secondo le esigenze di navigazione dei vari utenti.


Per quanto riguarda la firma
digitale
, a fine 2006 risultavano distribuiti in Italia oltre 3 milioni
di dispositivi, un incremento del 30% rispetto al 2005. Secondo Zoffoli
“nella Pa la firma digitale è però un tema su cui permangono resistenze e
conservatorismi nei comportamenti quotidiani. Stiamo operando per agevolarne la
diffusione e l’utilizzo con il Mandato informatico di pagamento,
l’e-procurement, il Processo civile telematico e, in fase di avviamento, la
Comunicazione on line delle notizie di reato”
. Zoffoli ha poi confermato
per novembre la fine del processo di migrazione dalla Rupa al Sistema pubblico
di connettività. In ritardo è invece la diffusione e l’uso dei sistemi di
protocollo informatico e gestione: solo il 43% delle amministrazioni ha
raggiunto un tasso adeguato di diffusione del protocollo. A fine 2006 31
amministrazioni hanno aderito al progetto, per un totale di oltre 9 mila utenti,
di cui 1.600 abilitati anche alla gestione documentale, con circa 4,5 milioni di
registrazioni di protocollo.



Altro tema al centro di molte aspettative è la
dematerializzazione della documentazione cartacea. Si stima che
le amministrazioni centrali si scambino annualmente 100 milioni di documenti, di
cui 20 milioni per raccomandata. Il solo onere delle spese postali è di oltre
160 milioni di €, pressoché interamente risparmiabili con la
dematerializzazione. Secondo Zoffoli “è necessario intervenire per rendere
obbligatorio l’utilizzo di detti strumenti elettronici, individuando i
responsabili, riqualificando e formando il personale”.

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