Clusty, una lezione per Google?

Forse è nato l’anti-Google: un search engine che aggrega i risultati facendo risparmiare tempo.

1 ottobre 2004

Ecco un motore di ricerca con tanta intelligenza in più.


Non si sa bene se è il caso di chiamarla Business intelligence, ma di certo la fruibilità delle search fatte con Clusty appare, a tutta prima, indiscussa.


Frutto dello sviluppo tecnologico di Vivisimo, società che ha beneficiato dell’investimento di un milione di dollari da parte della National Science Foundation nell’ambito dello Small Business Innovation Research program, avvenuto tre anni fa, Clusty, attualmente in beta, è un motore per certi versi rivoluzionario.


Ma per altri no, nel senso che fa quello che un utente mediamente intensivo di search engine, dopo un po’ si aspetterebbe dall’intelligenza che governa i meccanismi tecnologici sottostanti: l’aggregazione di risultati.


La rivoluzionarietà di Clusty, insomma, è complementare alla logica evoluzione.


Le ricerche impostate con la tradizionale metodologia, per parola chiave, danno un frutto immediatamente aggregato, per competenza logica, in tante categorie quante il motore di clustering della creatura di Vivisimo riesce a trovarne.


Il clustering è proprio la chiave di sviluppo dei motori di ricerca: ovvero l’accorpamento per logiche omogenee di tutto quanto sta dietro a una parola.


La tecnologia, nel caso di Clusty, sposa l’usabilità, a tutto beneficio dell’utente, che può individuare subito i risultati che gli interessano, già aggregati e scartare il resto.


A notarlo sono un po’ tutti: analisti (come Gartner, che ha avuto parole di elogio per il nuovo motore) ma anche gli utenti stessi.


Per sincerarsene, basta verificare direttamente: www.clusty.com.


Vivisimo, va detto, è una società profittevole, che ha già dato in licenza la propria tecnologia di base ad aziende, enti governativi e altri siti Web.


Con Clusty mette in vetrina e a disposizione di tutti un buono strumento di cui l’utente medio può già approfittarne (è in beta, lo ricordiamo).


Ma, soprattutto, spera che la popolarizzazione del motore di ricerca sia foriera di sviluppi sul fronte business.

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