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Il cloud XaaS può produrre in Italia 222 miliardi di euro in cinque anni

Lo studio strategico “La nuova generazione di cloud basata su XaaS – Everything-as-a-Service – Nuovo modello sostenibile di cloud per la competitività e la crescita dell’Italia”, che The European House – Ambrosetti ha realizzato per Hewlett Packard Enterprise (Hpe), indaga il ruolo e l’impatto trasformativo del cloud di nuova generazione nel migliorare la competitività e la crescita dell’Italia, delle imprese, delle Istituzioni e della filiera ICT nazionale.

I benefici abilitati dalla diffusione della nuova generazione di cloud basata su Everything-as-a-Service possono raggiungere fino a 222 miliardi di euro di Pil cumulato nel quinquennio 2021-2025 che si accompagneranno a un aumento della produttività media delle imprese fino al +2,3% e, infine, un impatto diretto per gli attori della filiera ICT pari a circa 1,3 miliardi di Euro di ricavi aggiuntivi.

Per capire l’effettivo stato della trasformazione digitale di imprese e pubbliche amministrazioni, sono state lanciate due survey: una rivolta all’ecosistema imprenditoriale del network di The European House – Ambrosetti, e una rivolta ai principali enti pubblici italiani, coinvolgendo complessivamente oltre 400 stakeholder.

Alle survey è stato affiancato un ciclo di interviste riservate che ha coinvolto oltre 12 attori nazionali e internazionali per indagare use case ed individuare concretamente i benefici abilitati dal modello XaaS.

Dai due strumenti sono emersi alcuni elementi a cui prestare particolare attenzione, ad esempio l’inadeguato livello delle competenze, la prevalente adozione di soluzioni cloud di livello basico e l’inadeguatezza dei modelli di sourcing ICT e delle regole di bilancio pubblico oggi in uso nella Pubblica Amministrazione.

Al tempo stesso, sono emersi sette elementi chiave della nuova generazione di cCloud basata su XaaS, Everything-as-a-Service, che potranno favorire una maggiore adozione degli strumenti digitali da parte delle imprese, ad esempio aumento della flessibilità e della capacità di reagire a cambiamenti del mercato, maggiore capacità di innovazione, ottimizzazione e controllo dei costi.

Per favorire la trasformazione digitale di imprese e pubbliche amministrazioni, abilitata dal ricorso a soluzioni cloud di nuova generazione, è fondamentale individuare soluzioni ai fattori ostativi oggi in essere.

Allo scopo lo Studio Strategico contiene proposte di policy rivolte sia agli attori pubblici – per superare gli attuali vincoli di bilancio pubblico e gli altri aspetti normativi che oggi limitano l’adozione di soluzioni cloud, basate su un modello di costi pay-as-you-go, che mal si combinano con le esigenze di rendicontazione degli enti pubblici – sia a quelli privati – che ancora oggi adottano soluzioni basiche e difettano delle competenze necessarie alla gestione di soluzioni tecnologiche ad alto valore aggiunto.

Data driven: Italia nona in Europa

In un futuro sempre più data-driven, la digitalizzazione di imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini gioca un ruolo chiave nell’abilitare la competitività del sistema-Paese. In tal senso, è stato elaborato un indicatore che ha messo in luce la digitalizzazione del sistema-Paese in base al livello di adozione degli strumenti digitali – connettività, cloud, intelligenza artificiale e robot industriali – nei settori industriali (soppesati per il relativo contributo al Valore Aggiunto).

I risultati dell’indicatore posizionano l’Italia al nono posto in Europa ma al primo posto tra i principali Paesi benchmark – la Spagna si trova all’undicesimo posto, la Germania al quindicesimo e la Francia al diciassettesimo. Seppur positivo come risultato, bisogna anche considerare gli elementi critici del sistema imprenditoriale italiano, tra cui: le competenze considerate non idonee per governare la transizione digitale, la larga adozione di strumenti digitale di base dalla maggior parte delle imprese (in particolare piccole e medie) e le difficoltà manageriali nella gestione della transizione digitale.

Anche per la Pubblica Amministrazione la strada da percorrere è ancora lunga. Si consideri che: soltanto il 21,8% degli uffici ha già assunto un Responsabile per la transizione digitale; solo il 16,2% della P.A. ha oggi un programma per aggiornare le competenze dei suoi dipendenti; il 62% di tutti i dispositivi informatici in uso nelle pubbliche amministrazioni ha più di 5 anni; solo il 27,8% di tutte le amministrazioni pubbliche hanno accesso a internet ad alta velocità (rete in fibra ottica); solo il 33,8% della Pubblica Amministrazione ha già implementato alcuni casi d’uso dei servizi cloud; il 51,7% delle amministrazioni pubbliche non offre alcun servizio tramite modulo online. Dalla survey di The European House – Ambrosetti sono emersi ulteriori fattori ostativi, ad esempio, relativi al modello di sourcing delle infrastrutture ICT ritenuto non adeguato a soddisfare le esigenze di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione oppure i modelli di contabilità pubblica e di bilancio pubblico che non permettono di gestire un modello ICT che prevede spese operative variabili in base all’utilizzo.

Il cloud XaaS vale 2,3% di produttività

La diffusione del cloud di nuova generazione, basato su Everything-as-a-Service permetterà di abilitare un aumento della produttività fino al 2,3% per le imprese che potranno utilizzare nuove infrastrutture ICT più avanzate e sempre aggiornate.

Da ciò sarà possibile generare un aumento del PIL fino a 222 miliardi di euro nei prossimi cinque anni e un impatto diretto cumulato per la filiera ICT pari a 1,3 miliardi di euro di nuovi ricavi.

Inoltre, per la Pubblica Amministrazione l’impiego di soluzioni cloud basate su Everything-as-a-Service potrà generare un risparmio di costi pari a oltre 650 milioni di euro, equivalenti a una riduzione del 25% dei costi ICT. L’ottimizzazione della gestione dei dati e la creazione di ecosistemi di scambio dati all’interno della Pubblica Amministrazione permetterà di applicare il principio “Once Only”, andando a ridurre del 90% il numero di richieste di dati da parte della Pubblica Amministrazione e ottimizzando l’accesso ai servizi e ai database pubblici, riducendo di 32 ore all’anno l’impegno delle imprese nel compiere gli adempimenti burocratici – cumulativamente ciò corrisponde ad oltre 40.000 anni risparmiati, se considerate tutte le imprese italiane.

Il cloud XaaS è sovrano

Inoltre, nel cloud di nuova generazione, i dati non sono soggetti alla normativa americana, nota anche come Clarifying Lawful Overseas Use of Data (Cloud) Act. HPE ha molto a cuore la sicurezza dei dati dei propri clienti e, con i suoi servizi, i dati sono al sicuro da possibili richieste di accesso da parte delle autorità americane. Nella soluzione, infatti, i clienti non perdono mai il controllo dei loro dati, che restano sempre in loro possesso, mentre HPE non ha la possibilità né il diritto di accedere a tali dati.

Per raggiungere il massimo potenziale del nuovo modello, il cloud di nuova generazione, basato su Everything-as-a-Service è dunque di estrema importanza affrontare e indirizzare con delle proposte di policy i fattori che oggi risultano essere ostativi alla digitalizzazione delle Pubbliche Amministrazioni e delle imprese. T

The European House – Ambrosetti e Hewlett Packard Enterprise ritengono necessario che le Pubbliche Amministrazioni adottino un nuovo modello di sourcing basato sulle logiche “as-a-Service”. Al contempo, è fondamentale promuovere l’adozione delle soluzioni cloud più avanzate all’interno delle imprese italiane, istituire “obblighi” di formazione sulle tecnologie e sull’impiego del digitale per i dipendenti delle imprese, al pari di quanto previsto per la sicurezza sul lavoro, e creare degli ecosistemi di dati (spazi dati) a livello nazionale che rendano possibile una maggiore interoperabilità a livello di filiera

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