Cloud computing I big si muovono insieme

Microsoft, Fujitsu e Ibm in contemporanea vanno concretamente “sulla nuvola”

Nel discorso di apertura della Professional Developer Conference di Microsoft tenutasi recentemente a Los Angeles, il Chief software architect della società, Ray Ozzie, ha di fatto dato il via ufficiale alla piattaforma Azure, asse portante delle strategie di cloud computing della casa di Redmond.

Azure, che consentirà agli sviluppatori di scrivere programmi destinati a girare sui server residenti nei data center di Microsoft, sarà in produzione dal prossimo 1° gennaio e tutto il mese servirà alla società per mettere a punto i sistemi di test e di pagamento, destinati a entrare in servizio a partire da febbraio. Azure, che sarà ospitato in un paio di data center per ciascuna macro-regione (per l’Europa le sedi sono quelle di Dublino e di Amsterdam) rientra nella visione di Microsoft per le imprese, che Ozzie ha descritto in base al principio dei “tre schermi e il cloud”, secondo cui le esperienze software vengono utilizzate indifferentemente su pc, telefoni e tv, il tutto collegato tramite servizi basati su cloud.

Su Azure stanno già lavorando anche vari partner italiani. Tra di loro, per esempio, c’è Bedin Shop Systems, che ha sviluppato un servizio Web per il mondo retail, denominato aKite, basato su Windows Azure e Sql Azure, in grado di collegarsi facilmente con altri servizi come Erp, Crm e soluzioni di Business intelligence. Cluster Reply ha progettato una nuova soluzione di collaboration integrando la propria expertise su Office Sharepoint Server con le funzionalità messe a disposizione dalla piattaforma di Windows Azure. Softjam ha sviluppato CloudStaff, soluzione a supporto del ciclo di selezione delle risorse umane.

In occasione della conferenza annuale Visit09 tenutasi a Monaco di Baviera, Fujitsu Technology Solutions ha annunciato la disponibilità delle infrastrutture erogate sotto forma di servizio Infrastructure as a service (Iaas), che abilitano la creazione di cloud privati.

La proposta consente alle aziende di passare a un modello pay-per-use flessibile per gestire la propria capacità di elaborazione, il che prevede l’utilizzo di server fisici collocati in data center protetti da Fujitsu. Gli utenti possono scegliere l’implementazione desiderata configurandola attraverso il portale Fujitsu Infrastructure as a service. Il collegamento di rete alle risorse server avviene attraverso connessioni sicure Vpn.

Importanti annunci in ambito cloud hanno riguardato anche Ibm, che dapprima ha presentato un ambiente di cloud privato creato per la business analytic. È Blue Insight e servirà ai suoi team di vendita e agli sviluppatori a comprendere e indirizzare i bisogni dei loro clienti. Il cloud avrà a disposizione oltre un Petabyte di dati e supporterà l’equivalente di 300 milioni di transazioni Atm. Soprattutto, sarà in grado di fornire ai collaboratori di Ibm informazioni di dettaglio sui clienti, a prescindere dalla loro posizione fisica. Blue Insight raccoglie dati da oltre 100 diversi warehouse e data store e li rende disponibili a più di 200.000 persone che lavorano all’interno di Ibm o nella sua orbita. Blue Insight poggia su un mainframe System z10 a 48 processori e servirà tanto ai team di vendita, quanto a quelli di sviluppo e di produzione. Il software di Bi è Cognos, quello di test è Rational.

Il lancio di Blue Insight si accompagna a un’idea definita di “democratizzazione dell’informazione”. Basandosi sul progetto Insight, infatti, Ibm ha annunciato Smart Analytics Cloud, una soluzione che punta a consentire alle imprese di realizzare i propri di cloud privati, con la stessa infrastruttura che Ibm utilizza al suo interno. Si tratta, in questo caso, di servizi di Business intelligence, software e sistemi messi a disposizione delle imprese che intendono distribuirli anche lungo le linee funzionali.

Il servizio segue lo Smart Business Development and Test, ospitato sui data center Ibm, che fornisce strumenti per lo sviluppo Java, open e .Net.

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