Citrix anche per la PA

Un primattore delle soluzioni aziendali propone il suo modello di gestione centralizzata delle applicazioni anche alla PA, con un approccio che può risultare efficace ed economico anche con una decina di postazioni.

La sfida della PA all’inefficienza è stata rilanciata con grande forza ed enfasi dal ministro Brunetta, che ritiene l’ICT l’unica soluzione possibile per risolvere l’impasse italiano.
 
Proprio l’ICT va spesso ripensata, perché finora il modello impiegato è stato di soluzioni parziali, con hardware specifici e inseriti su processi palesemente improduttivi.

Oggi la tecnologia offre soluzioni non solo ai problemi classici, ma anche alle nuove sfide dell’accessibilità da dispositivi diversi da potenti PC. Insomma il ripensamento dei processi e la disponibilità dei servizi portano il settore pubblico a ragionare come un privato, orientandosi verso soluzioni meno classiche d’un client-server puro.

Oltre ai classici grandi dei sistemi informatici, la sfida della dematerializzazione può essere affidata anche a fornitori innovativi che abbiano una soluzione completa ed integrata di provata affidabilità.

La digitalizzazione estesa richiede la riorganizzazione dei processi e la struttura della PA centrale può essere vista come un unico sistema integrato”, ha iniziato Aldo Rimondo, Country Manager di Citrix per l’Italia, citando un incontro con esponenti della PA. “Il settore pubblico è già da tempo impegnato in un ripensamento dei ruoli, rivolto ad un aumento di produttività, e con il ministro Brunetta il processo dovrebbe accelerare”.

Citrix è fornitore di software classicamente rivolto alla pubblicazione delle applicazioni, gestite su un server che le rende disponibili ai singoli utenti, su PC o meglio sui più leggeri thin client, rivolto ad applicazioni Windows.

Nel tempo la famiglia di prodotto si è ampliata e all’application publishing si sono affiancati il consolidamento e la virtualizzazione. “Nel settore pubblico non andiamo a proporre aspetti tecnologici, ma prevalentemente l’approccio alla nostra soluzione”, prosegue Rimondo; “d’altronde anche nelle grandi aziende, nostri clienti tradizionali, conta solo la validità del risultato”.

Il modello di Citrix comprende anche dell’hardware specifico di rete con cui l’azienda entra in competizione con nomi già affermati come Juniper e Radware, ma anche una terminalistica –i thin client- che ben si integra in molte architetture ICT d’oggi. Ristrutturare i processi Parlando di budget, oggi tipicamente l’80% del disponibile per l’ICT viene speso nella gestione e solo il 20% per novità o innovazioni (che sono due cose diverse); nella PA, poi, la cifra totale spesso diminuisce e -con le nuove direttive- si prevede che in svariati casi possa quasi azzerarsi.

Citrix ha server e desktop virtuali gestiti con un modello indiretto praticamente puro nel quale il ruolo del partner è essenziale anche per determinare la compatibilità dell’architettura hardware esistente con le necessità di questo specifico approccio.

Detta così può sembrare un sistema adatto solo a grandi numeri, ma non è così: “Con l’incidenza della manutenzione di oggi, che deve tener conto di PC spesso parecchio diversi, anche una piccola rete da 5-10 PC ha vantaggi da una gestione centralizzata”, valuta Marco Frigerio, Product Marketing Manager di Citrix.

Quest’anno lo stand dell’azienda era adiacente a quello di Google, che ha presentato il suo approccio Saas (software as a service): “Ha attratto molti, molti visitatori”, ricorda Marco, “ma a nostro avviso l’impiego del loro modello sulla PA è ancora prematuro”.

D’altronde la stessa Citrix ha ancora una limitata presenza nel pubblico, per lo più avendo chiuso contratti molto simili a progetti pilota. “Nelle Asl abbiamo però una grande presenza”, incalza Rimondo, “e stiamo puntando molto sulla PA centrale”, un enorme ecosistema nel quale convivono hardware di vario genere la cui produttività è molto bassa per la scelta dei gestori di acquistare nuove macchine senza valutare alternative.

Con le recenti acquisizioni Citrix s’è rinnovata anche nel nome, e con XenServer rivaleggia con VMWare nella virtualizzazione, mentre il suo tradizionale business di pubblicazione delle applicazioni si chiama ora XenApp. Ma il vero avversario è dentro la PA stessa, è quell’improduttiva inerzia che frena il rinnovamento rappresentato dalla soluzione coordinata conseguente di un BPR, business process reengineering, che riattivi a circolazione dei documenti nella PA.

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