Cisco Systems – Luca Lepore responsabile formazione Networking Academy

Leggendo la recente ricerca di Linea Edp “Ict- Professioni e carriere” ho trovato che le indicazioni emerse sono esattamente le stesse che ho incontrato io sul campo, come il discorso dell’abbassamento della scolarizzazione, che per me è un dato di fat …

Leggendo la recente ricerca di Linea Edp “Ict- Professioni e carriere” ho trovato
che le indicazioni emerse sono esattamente le stesse che ho incontrato io sul
campo, come il discorso dell’abbassamento della scolarizzazione, che per me
è un dato di fatto, soprattutto quando parliamo di competenze tecniche. La scuola
e l’università raramente danno un contributo straordinario, tranne in alcuni
casi di professori illuminati, per cui nella media non c’è una preparazione
adeguata degli studenti per entrare subito nel mondo del lavoro con le competenze
o le conoscenze richieste dalle aziende, che sono diverse tra di loro. Per questo
è anche difficile per l’università cercare di omogeneizzare l’offerta formativa
in modo da creare delle competenze che possono essere estendibili sul mercato.
Questa situazione crea uno scollamento molto grande tra l’università e le aziende,
che poi si trovano a dover fare a casa loro quello che avrebbero potuto fare
l’università o la scuola.

Allora, qual è la soluzione di fatto? Che molte aziende tendono ad abbassare
il livello di studi richiesto, assumendo persone di laurea breve o diplomati,
che offrono la possibilità di plasmare meglio la singola persona, d’inserirla
nei piani di formazione, che nell’azienda medio-grande sono più frequenti e
organizzati, e farla crescere all’interno avendo degli ottimi risultati. Questo
è l’investimento che prevede sicuramente una retribuzione meno alta rispetto
a un laureato che spesso non è predisposto a dover fare uno stage o passare
per un iter formativo, perché ha speso anni a studiare e ha molte aspettative
anche se poi in pratica non sa lavorare come l’azienda richiede. E su questo
fronte Cisco è molto impegnata a inserire contributi forti aziendali all’interno
del mondo scolastico e del mondo universitario. Va anche detto che ci sono dei
piani di formazione che poi non hanno un termine, in quanto entrando in azienda
si dovrebbe attivare un processo formativo continuo. Infatti, chiaramente non
si forma una persona in sei mesi e poi finisce lì, anche perché
c’è una serie di competenze tecniche che necessariamente deve essere
rinnovata in tempi brevi. Tra l’altro, una formazione più trasversale
sulle soft skill deve essere sempre accompagnata dalla gestione di competenze
tecniche sviluppate in contesti diversi, perché il mercato cambia: non
cambiano solo le tecnologie ma anche il modo in cui queste vengono utilizzate
e le competenze trasversali non sono mai le stesse. Aziende come la nostra presentano
una situazione da privilegiati nei confronti della formazione, ma nel tessuto
imprenditoriale italiano, soprattutto presso le piccole realtà, in generale,
manca una visione strategica, in quanto spesso ci sono poche risorse, per cui
la formazione è ritenuta un costo ed è di solito vista come una
risposta reattiva a una esigenza immediata del mercato, quasi mai strategica
e correlata alla crescita complessiva dell’azienda.

Per quanto riguarda i partner, Cisco lavora essenzialmente con loro e, come
all’interno della propria organizzazione c’è un forte investimento
nella formazione, altrettando succede nei loro confronti. Per questo offriamo
loro aggiornamenti tecnici o meno tecnici con modalità di fruizione diversa
a seconda del tipo di esigenza formativa. Cisco riscontra una risposta anche
maggiore negli ultimi tempi da parte di partner che hanno visto i benefici di
questo investimento in formazione, soprattutto se è un’azione continuativa.
Se le risorse organizzative lo permettono, c’è chi lo fa comunque
anche con le poche risorse che ha. Nel mercato in questo momento ci sono piccole
aziende che muoiono e nascono proprio perché non hanno saputo affrontare
un’impostazione o una pianificazione anche formativa per sostenere la
crescita dell’azienda, per cui arriva un momento in cui questa non è
più competitiva e quindi lascia il posto a un’altra. Purtroppo
spesso è un problema di cultura che non viene cambiata dall’oggi
al domani, in quanto è un processo molto lungo, che per essere acquisito
deve portare risultati chiari. Ed è difficile calarlo nella piccola azienda
italiana, che tira fuori mille altre ragioni per non fare formazione.

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