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Cisco Spark: la collaboration è verticale

È toccato a Michele Dalmazzoni, collaboration architecture leader di Cisco Italia, spiegare alla stampa italiana il senso e il contenuto di Cisco Spark. Ossia quella che si configura se non proprio come una rivoluzione nella gestione delle architetture di collaborazione aziendali, almeno in una consistente evoluzione sia in termini di utilizzo, sia di business che l’indotto (partner e, soprattutto, sviluppatori) ci può costruire attorno.

Michele Dalmazzoni, Michele Dalmazoni, Collaboration architecture leader di Cisco Italia
Michele Dalmazzoni, Michele Dalmazoni, Collaboration architecture leader di Cisco Italia

Intanto, Cisco Spark, annunciato dalla società lo scorso 8 dicembre a San Francisco, è tre cose insieme: il servizio di collaboration vero e proprio, una piattaforma ibrida di servizi e uno spazio per sviluppatori.

Spark come servizio è fornito al 100% da Cisco, ma è venduto alle aziende dai partner.
Si tratta di una piattaforma completa di business collaboration che comprende messaging, meeting (audio, video e web, con lo storico di quanto detto) e chiamate in cloud, attivabili su tutti i dispositivi in mano all’utente. In mobilità vengono utilizzati con una app di attivazione (creata da Cisco, ma manutenuta dai partner che personalizzano l’implementazione di Spark in azienda). La piattaforma è persistente, nel senso che gli utenti vi accedono quando possono e da dove vogliono, ed è sempre sincronizzata su tutti i device utilizzati. Il limite logico degli utenti in collaborazione contemporanea indicato da Dalmazzoni è di 25.

Le combinazioni di servizio ibride servono a salvaguardare gli investimenti fatti negli anni dagli utenti.
Le possibilità sono tante, come la condivisione del desktop attivata automaticamente sulla base della chiamata, o  i servizi di calendario (@spark) con inserimento automatico delle indicazioni per tutti i destinatari. Lo Spark Hybrid service è integrato nel cloud dei partner, alla stessa stregua di quanto Cisco già fa per i datacenter, con la strategia inter-cloud.

La struttura di Cisco Spark for developers
La struttura di Cisco Spark for developers

L’offering di Spark è semplificato in tre passaggi. Nel primo si scelgono i servizi di messaging e meeting; nel secondo la forma di quelli di chiamate (se ibride o tutte in cloud), nel terzo quali servizi aggiuntivi collegare (rooms, conference audio, additional center). Da questa articolazione pare chiaro che dentro Spark confluisce tutta l’esperienza e la tecnologia di Cisco Webex.

Spark per gli sviluppatori è un mondo che si apre e che offre grandi possibilità di integrazione con applicazioni terze. Allo scopo Cisco mette a disposizione le Tropo Communications Api per incorporare nelle soluzioni fatte per i client servizi voce e Sms.
Esistono tre metordi integrazione: nativa, dentro Spark; con servizi di app integration, usando una piattaforma aperta basata su Api e Sdk
Centrale è la community, developer.ciscospark.com, creata da Cisco, ma gestita dai singoli amministratori e personalizzata dai partner di sviluppo.

Come ci ha confermato Dalmazzoni a margine della presentazione, «il nuovo business è qui. Molti nostri partner stanno orientandosi verso lo sviluppo.
C’è grande spazio per verticalizzare e personalizzare le soluzioni».

E a sottolineare l’impegno della società sul fronte dell’interoperabilità Dalmazzoni ha ricordato la partnership attivata con Apple in campo networking, servizi voce e collaboration (i servizi Apple sulle reti Cisco saranno meglio fruibili, essendo nativi dentro iOS,e  i servizi voce e collaboration saranno integrati sui dispositivi con la nuova major release di iOS di luglio) e l’acquisizione di Acano.

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