Cisco – Servono visione, misura e l’idea di una rete globale

Massimo Ciocca, business development manager data center

I progetti di virtualizzazione devono essere visti come percorsi di crescita, stabili e maturi, in grado di ridurre i costi e di migliorare la dinamicità.

Passare dalle fasi iniziali a un ambiente più standardizzato, richiede misura e pianificazione accurata. Prima della virtualizzazione deve avvenire un’analisi approfondita dei servizi che è possibile, e che ha senso, consolidare, soffermandosi sui punti in cui si può intervenire in un data center o al suo esterno (ad esempio quelli presenti nelle filiali remote o nei magazzini). E-mail, file printing, Web server, applicazioni Internet, ad esempio, si prestano bene al consolidamento e alla virtualizzazione.

Solo dopo l’analisi e il consolidamento si interviene con la virtualizzazione vera a propria, che può accompagnarsi anche a una riorganizzazione aziendale, dal momento che le ricadute incidono sulle varie funzioni che si intende virtualizzare, consolidandole a loro volta. Incamminatasi in questo modo, l’impresa può contare su un pieno controllo sui servizi centralizzati e virtualizzati che consente di ottenere risparmi sia sull’operatività quotidiana, sia sulla manutenzione.

L’infrastruttura diviene l’attore principale. In una visione globale, end-to-end, la rete è la piattaforma in grado di abilitare i servizi come la virtualizzazione, partendo inizialmente dalle virtual Lan, per passare poi allo storage con le virtual San, al bilanciamento delle applicazioni con la virtualizzazione dei contesti applicativi con i virtual application context, allo switching puro, fino a piattaforme di Unified computing system sviluppate proprio con il concetto di virtualizzazione, andando a integrare le soluzioni di server virtualization e fornendo strumenti nuovi che consentono di migliorare le prestazioni e l’efficienza del data center. Questa nuova generazione di soluzioni riesce a integrare mondi che fino a poco tempo fa erano separati. Si può, quindi, considerare di vivere la fase 2.0, dove le aziende sono abilitate a virtualizzare il maggior numero di servizi, potendo dedicare più memoria delle soluzioni tradizionali, e a usufruire di integrazioni native con le soluzioni di server virtualization di terze parti.

Il ritorno degli investimenti in questo caso dipende dal numero e dalla qualità dei servizi virtualizzati e dal tipo di infrastruttura su cui si interviene.

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