Circular Economy? C’è solo da guadagnarci

Lexmark_Sylvie_ThomasA vent’anni di distanza dai primi esempi di uso di materiali riciclati, la Circular Economy, o rivoluzione sostenibile, non è ancora la prassi comune e condivisa che molti si auspicavano diventasse.
Molte aziende mantengono un approccio “lineare” per quanto riguarda l’uso delle risorse.

L’appunto arriva da Sylvie Thomas, Head of Csr, Lexmark Emea, secondo cui, nonostante siano diverse le aziende all’avanguardia capaci di contribuire alla protezione dell’ambiente attraverso un uso efficiente delle risorse, la strada da fare resta ancora parecchia.

Da qui la volontà di illustrare in modo più evidente i vantaggi portati da un modello di business basato sul gestire e rinnovare le risorse esistenti a ciclo continuo spingendosi ben oltre un riuso dei materiali che fa indiscutibilmente bene all’ambiente.
L’adozione di un approccio circolare porta, infatti, con sé anche significativi risparmi sui costi fa notare la manager.

Grazie al riuso delle risorse, le aziende possono, infatti, mettere a bilancio una spesa significativamente inferiore sui materiali. La ricaduta positiva – è l’ulteriore puntualizzazione – sarà anche sul cliente finale grazie, ad esempio, ai risparmi che si ottengono sul packaging”.

E cita lo studio “Towards the Circular Economy” a cura della Ellen MacArthur Foundation secondo cui un approccio circolare nell’industria manifatturiera può portare fino a 630 miliardi di dollari di risparmi nella sola Unione europea, pari a un 19-23% degli attuali costi legati alle materie prime o a un 3-3,9% ricorrente del Pil riportato nell’Ue nel 2010.

Secondo questo ragionamento, la Circular Economy non va interpretata esclusivamente in risposta alla scarsità di risorse. L’approccio che il nuovo modello di business propone non va, infatti, vissuto come un’azione tattica per risolvere un problema contingente, ma come un’opportunità per raggiungere obiettivi strategici di lungo termine. “Di conseguenza – spiega Thomas –, il modello economico dovrà integrarsi nella strategia di business dell’azienda in modo da creare valore”.

In aggiunta, va anche detto che non vi è alcun impatto sulla qualità di prodotti e componenti realizzati con materiali riusati, ma spingendosi al di là del semplice mantenimento degli standard di qualità, la Circular Economy può anche essere vista come un aiuto all’innovazione, sia per il modo in cui le aziende lavorano i materiali, sia per il tipo di prodotti che i clienti acquistano.
Nel già citato studio di Emf si evidenzia, infatti, come l’innovazione nei processi aziendali e nei prodotti rappresenti una maggiore opportunità di profitto per le aziende.

E ancora: “Una ricerca condotta dall’organizzazione britannica Wrap, che si occupa di promuovere la Circular Economy, e dal partito Verde britannico, mostra come l’uso più efficiente delle risorse si traduca in una maggiore stabilità economica, con una benefica ricaduta sui profitti delle aziende locali e sull’occupazione nel territorio”.

Proteggere l’ambiente abbracciando la Circular Economy consente, nel tempo, di ridurre le emissioni di anidride carbonica fino al 45% su scala globale, migliorando la disponibilità dei prodotti per i clienti finali.
Di conseguenza, fa notare ancora Thomas, sta diventando sempre più difficile per le aziende giustificare la mancata adozione di questo paradigma, che ha il triplice vantaggio di ridurre l’impatto ambientale, di offrire un vantaggio economico e di creare opportunità di lavoro.

 

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome