Cio, un ruolo da coordinatore-innovatore

Processi, valori e strategie dell’It manager italiano, in discussione al Cio Strategies Italy a Montecarlo.

Durante la seconda edizione del Cio Strategies Italy, evento recentemente organizzato da Naseba nella cornice di Montecarlo, una cinquantina di It manager si è data appuntamento per discutere di innovazione, governance, allineamento di It e business, sicurezza e molto altro ancora. Ne è emersa la figura di un Cio che si divide tra coordinamento di processi e confronto con i decisori aziendali, per diffondere i semi dell’innovazione.

«Il Cio deve portare idee e stimoli nuovi, magari condivisi con i fornitori di tecnologia che non devono limitarsi a un approccio vendi e fuggi», ha detto Alessandro Musumeci, a capo dell’It del Comune di Milano.

Perché il Cio, che deve muoversi in velocità, per non rallentare il business, è costretto a districarsi tra un’offerta tecnologica frammentata.
«L’innovazione ha cicli molto veloci ed efficacia ed efficienza da sole non bastano più – ha spiegato Arrigo Andreoni, It solution Advisory di Telecom Italia -. Il Cio, che fa parte di una squadra, deve vivere sulla propria pelle gli interessi aziendali».

Un ruolo paragonabile a quello del mediano, che non deve essere giocato limitandosi all’adozione di soluzioni mature e consolidate.

Un esempio di come gli uomini dell’It siano stati fonte di innovazione per l’azienda è rappresentato dalla storia del Telepass.

«Quando si lanciano progetti innovativi o si adottano tecnologie poco diffuse – ha indicato Giuseppe Langer, direttore sistemi e servizi per le reti viarie di Autostrade – sicuramente si incontrano problemi. Serve un’It forte che garantisca livelli di servizio elevati, ma i fornitori non sempre aiutano come potrebbero».

Della difficoltà a raggiungere una comunanza di obiettivi con il fronte vendor ha parlato anche Gianni Granata, direttore sistemi e organizzazione di Banca Mediolanum che ha evidenziato le difficoltà che si incontrano nella creazione del tanto invocato ufficio digitale: «I moduli da firmare sono sempre di più, nonostante le chiare indicazioni del mercato».

Il desiderio di innovazione, comunque, non deve oscurare l’importanza delle informazioni che, anzi, devono continuamente essere trasformate da “rumore” a “valore”, come spiegato da Luigi Baldoni, dirigente sistemi informativi del comune di Roma, evitando il rischio di «sovraccarico cognitivo».

Ma il Cio Strategies Italy è stata l’occasione anche per alcuni rappresentanti dell’offerta di dire la propria. Giuseppe Gorla, senior executive di Accenture, ha individuato alcuni elementi chiave per il Cio che «deve essere capace di trovare tra le pieghe del budget It i fondi per fare innovazione e sapere analizzare, sotto diversi punti di vista, il parco applicativo, valutando scelte di sourcing, senza perdere centralità, o i metodi più appropriati di adeguamento».

Dell’importanza di guardare al medesimo fenomeno con prospettive diverse ha parlato anche Gigi Tagliapietra che per Rittal – Lampertz, nel ruolo di presidente del Clusit, ha fatto il punto sui problemi inerenti la sicurezza dei sistemi, sottolineando che «bisogna proteggere quanto si considera un valore, ma non sempre esiste la consapevolezza che i server contengono un grande valore e come tali vanno protetti, anche dal rischio di incendi».

E secondo NetApp proprio per non correre rischi, i responsabili dei sistemi informativi stanno considerando prioritari il backup e il disaster recovery.

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