CIO-CFO, un rapporto non sempre facile

Una forte condivisione di obiettivi fra direttore finanziario e IT è fondamentale per il business complessivo. I 5 punti che segnalano che qualcosa non va. E come ripartire col piede giusto.

Il rapporto fra CIO (Chief Information Officer) e CFO (Chief Financial Officer) non è sempre facile.  

In molte imprese, il CFO è responsabile del “livello” degli investimenti IT e della gestione del relativo budget.  Non solo, il CFO riveste un ruolo fondamentale nel monitorare i processi di business, il che lo porta spesso a un confronto non sempre agevole con i CIO che si occupano di BPO (Business Process Optimization). Non sono poi rari i casi in cui il CFO è il diretto superiore del CIO, nonché braccio destro del CEO.

In generale, ma soprattutto per i CIO che riportano direttamente al CFO, è importante costruire una forte partnership:  per il CIO è vitale che il direttore finanziario abbia non solo una conoscenza di quello che l’IT può fare per il business, ma anche di quello che non può fare (ad esempio per mancanza di risorse).

Ma come si può valutare quanto è “salutare” il rapporto CIO-CFO? Secondo Gartner, ci sono 5 punti che rappresentano un buon campanello d’allarme:

  • L’IT viene percepita come overhead, una risorsa accessoria non strettamente necessaria
  • Le decisioni IT vengono prese separatamente da quelle di business
  • Il CIO e il CFO non hanno una visione comune delle sfide e delle opportunità di business
  • Il CIO e il CFO non hanno condiviso un quadro per misurare le performance IT e di business
  • Le aspettative del CFO non incontrano o non si riflettono nelle priorità IT

Per instaurare un proficuo rapporto CFO-CIO, è utile partire dal fatto che il “dato” è la base di entrambe le attività.

Il CFO ha bisogno dei “dati” per controllare i rendiconti, le performance di business, i KPI (Key Performance Indicator), i previsionali e via dicendo.

E qui il CIO può fare molto, andando a prendere dai “dati” le informazioni utili a creare dei cruscotti/dashboard per le varie aree di business, i quali consentano di condividere e avere immediatamente sott’occhio  gli scostamenti di budgeting, pianificazione e previsione.

E se il CIO può aiutare il lavoro “operativo” del CFO, quest’ultimo può aiutare il CIO nel capire come viene misurato il reale valore aggiunto di ogni attività di business. In questo modo CIO e CFO possono insieme allineare IT, investimenti, tempi e risorse con le reali esigenze di business. Un vero e proprio circolo virtuoso che andrà a da aiutare l’impresa nel suo complesso.

Da dove partire quindi? Gartner raccomanda di partire da queste 4 domande che il CIO dovrebbe fare al CFO:

  • Quali sono le misure di prestazioni chiave nella nostra impresa?
  • Quali sono le fonti critiche di valore nell’azienda?
  • Qual è l’orizzonte di pianificazione di business e dove è necessaria la massima agilità?
  • Quali strumenti finanziari supportano al meglio gli obiettivi di business? Ad esempio make or buy? Acquisto vs leasing?

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