Cinque sistemi di backup per proteggere i dati più preziosi

Il test di periferiche a nastro o disco per salvaguardare il proprio lavoro da qualsiasi incidente.

Aprile 2007 Il backup è l’operazione che permette di creare
una copia dei dati su un supporto esterno per motivi di sicurezza. Scopo dell’operazione
è il recupero dei dati che potrebbero essere stati persi a seguito di un
errore, di un incidente o di un attacco dall’esterno (virus o altro malware).
Sul mercato ci sono diverse tecnologie di backup per il salvataggio dei dati,
differenti principalmente nel tipo di supporto. I più diffusi sono la copia
su dischi fissi e su nastro in cartuccia. Un’alternativa ai due sistemi
è la tecnologia ibrida REV di Iomega, un disco fisso estraibile in cartuccia.
In questo articolo esaminiamo le caratteristiche e confrontiamo le potenzialità
dei diversi tipi di supporti, pensando a un utilizzo professionale come pure alle
necessità di proteggere le informazioni personali.

Diversi backupper diversi utenti
Per un utente singolo, il cui principale interesse è salvare i dati di
lavoro o personali, la soluzione più idonea è un disco esterno
USB da 2,5 pollici. Ha il vantaggio di essere economico, il prezzo medio per
una capacità di 120 GB è di circa 100-120 euro. È facilmente
trasportabile e nella maggior parte dei casi funziona con la sola alimentazione
fornita da una o due porte USB. Quando la quantità dei dati non supera
i 4 GB può essere anche utilizzato un supporto DVD, meno veloce ma molto
più economico. Un supporto DVD costa tra gli 80 centesimi e un euro.

Per una piccola o media azienda potrebbe essere sufficiente un disco ad alta
capacità collegato a un PC tramite porta USB e condiviso con gli altri,
oppure un disco con porta LAN (Ethernet) da collegare alla rete aziendale.
Una soluzione di livello superiore è un sistema RAID 1 con due dischi
(uno la copia dell’altro) oppure RAID 5 (composto da un minimo di tre
dischi con i dati utente e di verifica distribuiti tra i dischi) collegato alla
rete aziendale. Il RAID è un’ulteriore protezione del backup. In
caso di guasto di uno dei dischi il contento viene recuperato e non è
necessario rieseguire il backup. Se l’importanza dei dati è tale
da richiedere un’archiviazione in un luogo diverso e sicuro, oppure si
vuole mantenere un archivio storico, la scelta è tra un sistema a nastri
o una soluzione come lo Iomega REV e simili a cartucce estraibili.

Per le aziende che producono molto materiale digitale la soluzione migliore
è una combinazione di un sistema di backup a dischi e uno a nastro. Il
backup primario sui dischi permette il salvataggio veloce dei dati e ripristini
rapidi, praticamente immediati quando si tratta di ripristinare singoli file.
Il backup su nastro aggiunge sicurezza contro furti o incendi visto che le cassette
registrate possono essere tenute in un luogo fisico diverso oppure in cassaforte.

Il backup su nastri, sistemi ottici e dischi
RAID

Un sistema di dischi RAID è la soluzione più conveniente. I nastri
offrono però quattro vantaggi che nessun sistema a dischi per ora può
fornire: la trasportabilità dei dati e la possibilità di immagazzinarli
in uno spazio diverso, la riduzione dei rischi di attacchi informatici e, in
alcuni casi, la non modificabilità del dato registrato come richiesta
dalla normativa (Write Once Read Many). Una stazione RAID con due o più
dischi non si può definire di certo trasportabile e se per ipotesi lo
fosse, chi si prenderebbe la briga di scollegarla dalla rete per trasportarla
in un luogo più sicuro ogni sera o settimana? Un sistema a dischi è
sempre collegato alla rete locale, la quale spesso è connessa a Internet.
Una situazione che lo rende suscettibile ad attacchi informatici provenienti
dall’esterno.

Questi problemi non appartengono ai sistemi a nastri. La cassetta estratta
non è più accessibile, può essere riposta in luoghi diversi
e sicuri a prova di incendio o terremoto o qualsiasi altra catastrofe naturale,
e quale ulteriore precauzione si può eseguire una seconda copia della
cassetta da conservare in un altro luogo.
Un backup completo occupa spazio. Quando si sceglie di eseguire un backup completo
su disco mantenendo i precedenti per realizzare un archivio si arriva rapidamente
all’esaurimento dello spazio disponibile. Dieci backup completi da 100
GB ognuno occupano 1 TB, la capacità media un sistema a dischi.

Molti sistemi a disco hanno una o più porte USB a cui è possibile
collegare dischi supplementari per aumentare la capacità del sistema.
Aumentando il numero di periferiche aumenta anche la possibilità di un
guasto e la capacità non può essere espansa all’infinito.
Alla fine si è costretti a scegliere tra cancellare i backup più
vecchi, perdendo l’archivio storico, oppure collegare un disco più
capiente, con aggravio dei costi.

In un sistema a nastro quando si esaurisce lo spazio della cartuccia basta
sostituirla con una nuova e archiviare le cassette registrate. Il disco ottico
offre gli stessi vantaggi di archiviazione di un sistema a nastro ma non può
competere come capienza. Un disco ottico a doppia faccia contiene sino a 18
GB, per il formato Blu-ray si ipotizza uno sviluppo sino a 200 GB. Le ultime
tecnologie di nastro raggiungono i 400 GB (LTO-3) a 800 GB (DLT-S4). Un sistema
ottico risulta pratico quando la quantità di dati non supera la capacità
del supporto, un backup diviso su più dischi è poco agevole da
gestire.

L’incidenza delle interfacce sulle prestazioni
Le ottime prestazioni delle unità a nastro nella velocità di trasferimento
di grandi file sono in parte dovute all’interfaccia in tecnologia SCSI
(Small Computer System Interface). Questa interfaccia è detta “intelligente”
perché in grado di gestire il trasferimento dei dati, impegnando minimamente
il processore a condizione che anche i dischi si trovino sulla stessa catena
SCSI del sistema a nastro come avviene nei server. SCSI assicura alte velocità
di trasferimento dati, le ultime versioni raggiungono i 360 MB/sec e un basso
impatto sulle prestazioni generali dei sistemi. USB e Ethernet invece dipendono
completamente dal processore, se il PC non dispone di risorse adeguate ne risentono
tutte le prestazioni, compreso il trasferimento dei dati tramite l’interfaccia.
Inoltre la loro velocità è indicata in bit e non in Byte (otto
bit) come avviene in SCSI. Una connessione USB 2 da 480 Mbit per secondo corrisponde
a 60 MByte/sec mentre una rete Gigabit da 1.000 Mbit pe secondo lascia passare
125 MByte/sec, in entrambi i casi siamo al di sotto dei 160 MB al secondo di
cui è capace l’interfaccia SCSI Ultra160 dei tre dispositivi a
nastro.

Nel confronto tra i costi di dischi fissi e sistemi a nastro i primi risultano
più cari mentre il backup su nastro è penalizzato dall’elevato
costo del dispositivo di scrittura. La media del prezzo dei tre dispositivi
a nastro provati è quasi il doppio del LaCie Ethernet Disk RAID da 2
TB presente nella prova e bisogna anche aggiungere il costo di un controller
SCSI da montare sul PC o, più propriamente, sul server. Il prezzo è
determinato principalmente da due fattori: la tecnologia del prodotto e il numero
di pezzi costruiti. Trattandosi di dispositivi per uso professionale sono realizzati
con molta precisione e dotati di sistemi di controllo e calibrazione automatica.

In genere il backup su nastro, o dispositivi rimovibili simili, è il
più indicato quando si deve realizzare un archivio delle informazioni
che non dovrà più essere modifi cato. Per esempio la legge italiana
ammette la trasposizione dei documenti cartacei con valore legale o fiscale
su un supporto che possa essere scritto, ma non modificato (WORM). Tale modalità
è supportata dalle tecnologie AIT-5, LTO-3 e da REV.

Il formato di LTO è aperto e chiunque può utilizzarlo pagando
una licenza. Perciò produttori come Sony e Quantum, proprietari a loro
volta di formati concorrenti, hanno a listino anche drive LTO. Inoltre sul fronte
LTO troviamo anche HP, IBM, Tandberg per citare i nomi più famosi. I
produttori non legati a standard propri offrono soluzioni per anche per altri
standard. Tandberg Data e Freecom supportano le tecnologie di Sony e, assieme
ad HP e IBM, supportano il Super DLT di Quantum. IBM infi ne vende unità
per il formato VXA-2 (miliardi di GByte).

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome