Che il valore delle aziende Ict rimanga sul territorio

È il cavallo di battaglia di Mauro Toffetti, eletto recentemente alla presidenza di Confesercenti per la Provincia milanese. Ma il suo programma non si limita a questo

Settembre 2005, Da tempo è costretto a portarsi in tasca due
business card. La prima riguarda la sua attività in Uniautomation. L’altra
si riferisce al suo incarico in Confesercenti, dove Mauro Toffetti
è stato eletto a inizio estate, dopo aver avuto lo stesso incarico in
Assonet, alla presidenza per la Provincia di Milano.
Così, la sua vita è divisa tra tecnologie (presso il system integrator
milanese Uniautomation è amministratore delegato) e quella sorta di volontariato
a favore del business che l’associazionismo impone in questo caso. Il che, comunque,
si adatta bene a Toffetti che ha operato per anni in gioventù (erano
allora gli anni Ottanta) anche come volontario sulle ambulanze («è
lì che ho conosciuto mia moglie»). Perché per fare certe
cose bisogna comunque essere portati. E questo imprenditore, che con il socio
Alessandro Marini ha rilevato Uniautomation circa un anno fa dopo l’esperienza
di Lutech, ma anche di Nestlè, sembra ben intenzionato a portare avanti
idee e progetti per valorizzare il settore delle Pmi milanesi. Comprese quelle
affiliate ad Assonet, branch tecnologico informatico della Confesercenti, che
rappresenta il suo primo incarico istituzionale.
Tra i temi caldi, e non solo per la temperatura raggiunta dall’estate appena
passata, troviamo la convinzione che sia fondamentale evolvere e sviluppare
capacità di crescita e di aggregazione dei piccoli operatori. «Dobbiamo
fare in modo che la ricchezza rimanga sul territorio. Questo vuol dire riproporzionare
la ricchezza perché rimanga qui e non vada agli headquarter internazionali»
.
Ma vuol dire anche «che gli imprenditori smettano di andare in giro
in Porsche per investire in azienda i propri ricavi»
.
Ma Toffetti ha anche un’altra convinzione: «È necessario rifondare
il modello di collaborazione con i grandi. Penso a Telecom, ma anche ad altri
vendor del settore Ict: dobbiamo fare mercato vero. Dobbiamo parlare italiano
senza essere autarchici. Chiarire modelli e relazioni»
. «Perché
– continua – alcuni modelli di business presi e importati dall’estero
non vanno più bene»
.
Ecco perché lui stesso, la sua Uniautomation che oggi conta 93 persone,
preferisce chiamarla "società di ingegneria italiana". Allora
ci sta proprio bene una metafora che propone quando parla di concorrenza che
vien dagli stranieri: «Io sono convinto che Carnaroli sia in grado
di vendere riso ai cinesi, perché là il risotto non lo sanno fare»
.
Bisogna avere idee e inventiva. «Dobbiamo imparare a vendere
– sostiene – cervello italiano».
Anche l’argomento credito scotta. E non poco. La sua paura è che «Basilea2
spazi via una miriade di piccoli imprenditori»
.
Contro la «freddezza del rating» propone, quindi, una sorta
di grande banca cooperativa che assicuri e garantisca il credito. «I
Confidi non sono in grado di resistere all’impatto di Basilea2. Bisogna aumentare
il credito disponibile contro la freddezza dei calcoli che sottintendo al rating»
.
Ma c’è un altro tema che Toffetti ha a cuore. Al di là di ogni
tendenza politica («Confesercenti ha una storia di fondazione socialista-comunista,
ma è da anni superpartes e apartitica»
) il manager dichiara
di avere in mente «un’associazione che abbia anche un animo sociale,
che sia presente sul territorio e su questo operi con coscienza. Perché
il ruolo degli imprenditori non può essere disgiunto da attività
sociali»
. Intanto, il manager fa intendere di lavorare anche sulla
rappresentatività, aspetto tutto italiano da non sottovalutare e che
tocca da vicino tutte le forme e formule di associazionismo. «C’è
bisogno di vera rappresentanza
– dice. C’è bisogno di riorganizzazione
politica e sindacale. E anche se noi dobbiamo stimolare il dibattito politico,
non possiamo limitarci a questo. Perché, comunque, non può essere
solo una responsabilità governativa o nazionale. È vero che l’Irap
deve essere ridotta, ma è anche vero che io come imprenditore devo assolutamente
rivedere i miei modelli di business»
. Lo scarica barile in un’Italia
che non può attendere che la ripresa venga dall’alto non è più
consentito.

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