Change management, una tematica italiana

La gestione del cambiamento è una delle primarie responsabilità del Ceo e di chi lo aiuta, Cio compreso. Ne hanno discusso manager e accademici alla Liuc.

Oltre 160 manager, docenti, consulenti e professionisti hanno discusso alla Liuc, L’Università economica di Castellanza (la “Bocconi” varesina)
idee ed esperienze sul governo del cambiamento nelle aziende.

Lo hanno fatto nel contesto del secondo Convegno Nazionale di Assochange (Associazione Italiana per il Change Management), stavolta incentrato sul tema “Il Change Management che innova”. Organizzato in collaborazione con la rivista “Studi Organizzativi”, il convegno ha visto le introduzioni di Giovanni Sgalambro, presidente Assochange, e Gianfranco Rebora, rettore Liuc.

Dopodiché Andrea Pontremoli, presidente e amministratore delegato di Ibm Italia, ha sostenuto che «Il ciclo dell’innovazione, di per sè non breve, richiede tempo, risorse e impegno. E tra i fattori del successo, al di là degli obiettivi e dell’individazione metodologia per raggiungerli, l’intervento di persone esperte è probabilmente quello più importante».

Testimonianze positive sono giunte anche da Franco Porrari (Inps), Federica Guidi (vice-presidente nazionale Confindustria Giovani), Igino Bosoni (Whirlpool) e da Carlo Colaiacovo (amministratore delegato del cementificio eugubino Colacem) che insieme hanno messo in evidenza come le specificità di ogni situazione organizzativa richiedano di comprendere in profondità lo specifico contesto di intervento.

Per essere efficace, insomma, la gestione del cambiamento dovrà essere contestualizzata nel singolo scenario e dovrà misurarsi con una quantità variegata di approcci, che vanno dai cambiamenti imposti dall’alto ai cambiamenti veicolati tra pari.

«Si sta cominciando ad affermare – ha detto Giovanni Sgalambro – la comprensione che il Change Management vada oltre la gestione di un cambiamento intrapreso, ma include anche la progettazione di una evoluzione affrontabile con successo in uno scenario in costante modificazione e la creazione di una cultura motivata e protesa verso l’innovazione sia all’interno dell’impresa che nelle relazioni di territorio, tra imprese, filiere, Istituzioni, Associazioni e Università. Inoltre si è acquisita la consapevolezza che la gestione del cambiamento è una responsabilità dei Ceo e di chi guida il business, alla quale l’esperto di Change Management partecipa, in qualità di agente del cambiamento, apportando le competenze necessarie per affrontare tale trasformazione. Infine, si è condiviso che il Change Management non è un’attività meccanicistica di project management, ma deve confrontarsi e integrare diversi fattori, tra i quali la componente emozionale dell’individuo che gioca un ruolo decisivo».

Secondo il rettore della Liuc, Gianfranco Rebora, «È importante che i massimi responsabili delle imprese e delle pubbliche amministrazioni affrontino l’impegno del cambiamento organizzativo con un salto di qualità che implica una visione più ampia, un proprio più diretto coinvolgimento e la diffusione di professionalità adeguate e di skill di comportamento , non solo tecnologico».

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