Cgia Mestre: il nuovo redditometro colpirà solo i falsi poveri

Ogni anno il Fisco effettuerà controlli a 35mila contribuenti ma non verranno considerate le situazioni in cui c’è uno scostamento tra entrate e uscite inferiore a 12.000 euro l’anno. Secondo la Cgia, nel 2013 si recupererà lo 0,7 % dell’evasione presente in Italia.

Il nuovo redditometro è uno strumento che
verrà utilizzato per individuare i finti poveri e per combattere l’evasione “spudorata”. A chiarirlo è l’Agenzia delle Entrate con un
comunicato diffuso nei giorni scorsi. Il nuovo accertamento andrà a misurare, fa sapere il Fisco, la
congruità tra quanto il contribuente ha dichiarato e quanto l’erario ha
ricostruito, concentrandosi sulle spese certe effettuate. Nel mirino del  ci
saranno coloro che, pur evidenziando un’elevata capacità di spesa, dichiarano
redditi esigui, usufruendo in tal modo di agevolazioni dello Stato sociale
negate ad altri che, magari, hanno un tenore di vita più modesto.

Su 40 milioni di contribuenti – ha
riportato FiscoOggiogni anno saranno effettuati 35mila controlli utilizzando
il redditometro
. Non saranno mai selezionati i titolari della sola pensione.
Allo stesso modo, già in fase di selezione, non verranno prese in
considerazione le situazioni in cui c’è uno scostamento tra entrate e uscite
inferiore a 1.000 euro al mese, ossia 12.000 euro l’anno. Il controllo non
scatterà automaticamente al verificarsi dello scostamento del 20%, ma verrà
attivato quando la differenza tra reddito dichiarato e spese effettuate
risulterà ben oltre quella percentuale. Solo in quel caso, l’Agenzia delle
Entrate convocherà il contribuente per fornire chiarimenti
“.

Alla stessa conclusione è giunta anche la Cgia di Mestre. “Il redditometro non sarà quello spauracchio che qualcuno vuole farci credere. I contribuenti onesti non devono
temere nulla
“, ha commentato il segretario
della Cgia, Giuseppe Bortolussi, che è
giunto a questa
deduzione dopo aver ricostruito, assieme al suo Ufficio
studi, il reddito presunto dal Fisco e quello minimo
dichiarabile da alcune delle principali tipologie
famigliari, sotto il quale
il contribuente è potenzialmente accertabile.

Il metodo di ricostruzione
sintetico del reddito è stato realizzato attraverso l’analisi della spesa media
delle famiglie italiane.

Tra le 100 voci
di spesa prese in
considerazione dal nuovo redditometro ve ne sono ben 41 che fanno
riferimento
al dato medio rilevato dall’Istat nella sua indagini
sui consumi.

In pratica sono state osservate le cosiddette spese quotidiane
(alimentari, casalinghi, vestiti, scarpe, giocattoli, tempo libero, manutenzione casa, trasporti, istruzione, e così via.) delle diverse tipologie famigliari delle 5 aree territoriali
del Paese in rapporto al livello di reddito medio dichiarato annualmente dagli operai e dagli impiegati.

Una volta definito il reddito presunto sulla
base delle spese medie calcolate dall’Istat è
stata individuata la soglia minima al di sotto della
quale, come previsto dal
nuovo redditometro, il contribuente è potenzialmente accertabile.
A tal proposito si ricorda che il contribuente è accertabile se il reddito presunto con il redditometro eccede di almeno
il 20°/o di quello dichiarato.

Infine, quest’ultima soglia è stata ulteriormente abbassata
per effetto dell’introduzione di una franchigia pari a 12.000
euro all’anno che l’Amministrazione finanziaria ha deciso, almeno in via ufficiosa, di applicare.

Una coppia senza
figli quindi in età compresa tra
i 35
ei 64 anni
che
nel Nordest dichiara un reddito
complessivo al di sotto dei 7.642 euro all’anno sarà, molto probabilmente, chiamata
dagli uomini del fisco a giustificare la
sua posizione. Scende a 6.923 euro per un nucleo del Nordovest e progressivamente si abbassa ulteriormente
nel Centro (4.643 euro) nel Sud (2.324 euro) e nelle Isole (270 euro).

Una coppia di anziani over 64 senza figli abitante nel Nordest si troverà in
una posizione di rischio con un reddito inferiore ai 4.184 euro. Nel Nordovest la soglia di reddito non dovrà scendere sotto i 4.412 euro, mentre nel Centro l’asticella
non dovrà andare sotto quota 2.018 euro. Nel Sud e nelle Isole
tutti i nuclei famigliari di questo tipo non avranno nessun problema.

Nel caso una coppia con 1 figlio ubicata nel Nordest dichiari meno di 10.097 euro si troverà in una condizione a
rischio evasione, nel Nordovest l’asticella
salirà a 11.361
euro per poi scendere a 7.727 euro nel Centro, a 5.261 euro nel Sud e a 2.519 euro nelle Isole.

Se una coppia con 2 figli residente nel Nordest dichiarerà meno di 12.647 euro, è molto probabile che sarà chiamata dall’Amministrazione finanziaria a un contraddittorio preventivo. La
stessa cosa capiterà a una famiglia
del Nordovest con un reddito inferiore a 14.184 euro, a una del Centro con meno di 9.971
euro, per una
del Sud con meno di 7.970 euro
e ad una delle Isole con
meno di 4.579 euro.

Infine, per
una coppia con 3 figli
ubicata nel Nordest l’asticella sotto la quale
si troverà a rischio evasione è fissata a 12.827 euro. Sale a 16.631 euro per un nucleo del Nordovest per riscendere
a 10.013 euro nel Centro, a 7.242 euro nel Sud e
ad 3.367 euro nelle Isole.

Di fronte
a queste soglie di reddito minimo al di sotto delle quali una famiglia è potenzialmente a rischio evasione
– conclude Bortolussi – è chiaro che ad essere colpiti saranno solo i falsi poveri e
chi sfacciatamente evade il fisco. Visto
che per il 2013 il gettito previsto
dall’applicazione del redditometro si attesterà attorno
agli 815
milioni di euro, 715
attraverso l’autotassazione e gli altri 100 dall’attività accertativa, questo bottino peserà mediamente su ciascun contribuente quasi 20 euro, consentendo di recuperare lo 0,7°/o dell’evasione totale che, è stimata attorno ai 115 miliardi di euro all’anno. Insomma, con il redditometro il fisco recupererà solo le briciole
“.

La Cgia tiene a sottolineare che è giunta a questo
risultato tenendo conto dell’introduzione della franchigia che è il frutto di una disposizione
interna degli uffici del Fisco. La legge, invece,
stabilisce che una famiglia è a rischio
evasione quando presenta uno scostamento del 20°/o tra il reddito presunto e quello dichiarato.

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