Cellulari: unità in decollo, margini in picchiata

Mentre le vendite si avviano a toccare il miliardo di unità a fine anno, i margini calano bruscamente. E le trimestrali lo dimostrano.

In base ai dati resi noti nella giornata di ieri da Idc, il mercato mondiale dei telefoni cellulari ha sfiorato il tetto dei 255 milioni di unità nel terzo trimestre dell’anno, con una crescita del 7,9% su base sequenziale e del 21% anno su anno.

Una tendenza che porta Idc a sostenere che l’intero anno 2006 potrebbe chiudersi al di sopra dei 998 milioni di unità vendute, con la prospettiva di superare il tetto del miliardo di pezzi.

Tutto questo, va detto, non si traduce in guadagni stratosferici per I produttori di telefoni cellulari, che si trovano oggi più che mai, a fare i conti con marginalità ridotte.

Lo ha registrato Motorola, che nonostante le crescite in termini di vendite, ha ridotto del 45% la marginalità, lo ha provato sulla propria pelle Nokia, I cui utili scendono da 881 a 845 milioni di euro nell’arco di un anno.

E’ una sorta di prezzo da pagare per sostenere lo sviluppo sui mercati emergenti, verso i quali si indirizzano dispositivi ridotti al minimo delle funzionalità e con street price nell’ordine dei 40 euro.
Questo significa che il prezzo medio di vendita per Nokia è passato dai 102 euro registrato nel secondo trimestre dell’anno in corso, agli attuali 93 euro.
Con conseguenze che non è difficile immaginare.

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