CeBit 2004 ovvero quando l’Ict è alla ricerca di un’identità

Difficile trovare un comune denominatore per le “non-novità” della tradizionale kermesse tecnologica tedesca. Niente di nuovo nei discorsi pronunciati da esponenti delle istituzioni e dell’industria. Per il resto, le Tlc 3G e la “vecchia” It hanno offerto gli spunti più interessanti.

C’erano tutti, o quasi, al CeBit 2004 di Hannover, un classico delle manifestazioni It, una volta cuore pulsante dell’informatica europea.


C’era anche Gerhard Schroeder, il Cancelliere tedesco, che ha inaugurato il CeBit. Il timoniere della Germania ha definito l’innovazione tecnologica l’elemento chiave del programma di riforme strutturali per il rilancio della sua economia, e ha collocato l’assunto nel varo dell’iniziativa Partner for Innovation. Ha anche aggiunto che molto il governo tedesco farà per lo sviluppo dell’e-government: tutti i cittadini saranno partecipi della società dell’Informazione. Più o meno, insomma, quanto, a livello di programma, dichiarato dal nostro di governo tre anni fa, per bocca del ministro per l’Innovazione, Lucio Stanca.


Se questi sono i presupposti, si potrebbe già dire che il CeBit abbia segnato il passo. La “locomotiva” dell’Europa, dunque, non solo si è fermata, ma ha anche inserito la retromarcia, per quanto gli ottimisti non manchino nemmeno in riva al Reno: Bitkom, l’associazione dell’Ict tedesca ha dichiarato che si aspetta un trend di crescita del mercato interno del 2,5% per quest’anno e del 3,7% per il prossimo.


Ma i segnali di un “lento fluire non si sa dove” del CeBit e di tutto quanto gli ruota attorno lo si è avuto scorrendo gli annunci e le primizie (o presunte tali) dei saloni di Hannover.


Una volta tutti attendevano il CeBit per avere, realmente, le novità. Ora le cose si sanno prima e la “messe” è solo un momento per sancire, magari in veste promozionale l’accaduto. Il tenore, poi, degli annunci più sbandierati porta su un versante nazional-popolare che è ben lontano da qullo che una volta si era usi attendersi dal CeBit: si è enfaticamente parlato di portali della musica (Deutsche Telekom), di musica online (Sony) dell’introduzione dell’Umts in Germania (T-Mobile, Vodafone e Nokia). Di conseguenza, profusione di smartphone e dispositivi annessi (BenQ, Philips, Sagem), di contenuti digitali multimediali per l’entertainment (Nokia, Vodafone e Universal, unite). Un po’ poco.


Meglio è andata sul fronte Wi-Fi, con la consacrazione (anche qui, peraltro, cose che già si sapevano) del Near field communications, da parte, ancora, di Nokia, Philips e Sony, per lo sviluppo di uno standard (Nfc, appunto) capace di far parlare fra loro i prodotti wireless di aziende diverse.


Così soluzioni davvero innovative sono passate in secondo piano, come il computer “di carta” usa e getta, basato sulla tecnologia Rfid (identificazione a radio frequenza), prodotto dalla società svedese Cypak: un chip, capace di contenere 32 Kb di informazioni crittate, che può essere inserito per esempio, in un foglio di accompagnamento per la merce e che è in grado di parlare con un Web service. O come le dichiarazioni di Art Coviello, Ceo di Rsa, che vuol far diventare la sua società la “Svizzera dell’It”, nel senso di essere un fornitore di sicurezza neutrale fra utenti e vendor, e che ha identificato i nuovi nemici: i ladri di identità digitale. Gli sforzi che Rsa sta conducendo porterebbero a una tecnologia da consegnare agli Oem affinché le loro soluzioni che fanno uso dei Web service possano, a monte, impedire il furto degli Id.

Lo spazio per la “old It”


Nel contenitore di ciò che è ordinario (nel senso più rispettoso del termine) attendersi da una manifestazione come il CeBit si inseriscono annunci come quello di Cisco. La “regina delle reti” ha presentato il rinnovo di uno strumento tanto “vecchio” quanto indispensabile: lo switch. I nuovi Catalyst proseguono nella direzione dello switching intelligente intrapresa da tempo dalla società, con più potenza e più sicurezza: protezione da attacchi Denial of Service e dal furto di indirizzi Ip, moduli Ssl, Vpn e per la network analysis migliorati. Ma ci sta anche il “balletto” a distanza organizzato da PeopleSoft e Sap, con la prima impegnata a presentare EnterpriseOne 8.10 (la piattaforma business acquisita da JdEdwards), carica di nuove funzioni come quelle di manufacturing, di compatibilità Rfid e di integrazione operativa.


Lo stesso spirito di integrazione ha animato la “padrona di casa” Sap, che ha introdotto NetWeaver 2004, ovvero la piattaforma che rappresenta il fondamento di tutto il complesso applicativo mySap Business Suite. L’assemblamento e la sincronizzazione delle componenti tecnologiche per arrivare a un prodotto pre-integrato è lo spirito di NetWeaver, e anche il senso strategico dell’azione del Ceo, Henning Kagermann, suffragata, peraltro, dai fatti: le installazioni di singole componenti di NetWeaver sono raddoppiate in un anno.

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