
Leonardo Pagni difende la joint venture che ha portato alla cessione del 52% di Unicoop. “E’ l’unione di due competenze”
Per più di un anno hanno studiato il progetto, cercato una strada innovativa,
sondato le reazioni del canale e poi, dopo il lancio che ha offerto risultati
eccellenti, arriva la notizia che Cdc vende il 52% di Compy Superstore a Unicoop
Firenze riservandosi il 48% della società. Ma perché la società toscana
ha di fatto ceduto un asset sicuramente strategico? Leonardo Pagani,
amministratore delegato di Cdc prima scherza “Forse abbiamo comunicato male la notizia perché la realtà è diversa”, poi si fa serio e spiega che l’analisi non è corretta perché “dal
punto di vista industriale non cambia nulla. Si tratta di un progetto
molto importante e l’arrivo di un partner serve per rafforzarlo e accelerarne lo
sviluppo ”.
“Non vediamo
l’accordo come una cessione – prosegue – anche perché se Unicoop ha la maggioranza noi conserviamo la gestione commerciale e operativa della catena”.
L’unione di due competenze, è questo il succo della joint venture nella quale Unicoop porta un importante base clienti e un’esperienza dal punto di vista dello sviluppo immobiliare che mancava alla società di Giuseppe Diomelli.
Anche se
non previsto nella stesura iniziale del progetto, l’arrivo di un partner come la società fiorentina“ci permette di accelerare lo
sviluppo del progetto nel medio termine. Unicoop infatti è anche proprietaria anche di alcuni centri commerciali”.
La scelta deriva anche da qualche pressione da parte del canale classico di Cdc? “No, – risponde Pagni – Computer Discount poteva
vedere la catena in maniera negativa, ma in questi mesi non abbiamo colto
perplessità da parte dei nostri partner”. Le grandi superfici
esistono sia che le faccia Cdc sia che le faccia un concorrente. Il
problema è cercare di posizionarsi in maniera diversa “come stiamo cercando
di fare da tempo tramite l’evoluzione dell’offerta che sempre di più deve andare
verso soluzioni e servizi“.