Casi pratici di risoluzioni cliniche

Esempi di applicazioni avvenute negli ultimi anni presso ospedali italiani.


Ottobre, 2003
La conoscenza tempestiva della storia clinica di un paziente è determinante
per l’efficacia delle azioni di cura da intraprendere. Consapevole
di questa priorità, l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna
ha aderito al progetto europeo denominato Itaca, in partnership con Noematica,
azienda del gruppo Dianoema. Il progetto si basa sulla realizzazione di
un contenitore (data repository) che aggrega tutte le informazioni cliniche
dei pazienti che usufruiscono dei servizi del Policlinico bolognese durante
tutti i successivi contatti con l’ospedale (ricoveri, prestazioni
ambulatoriali, accesso al pronto soccorso).
Dati clinici, immagini radiografiche, referti di tutti i servizi diagnostici
(laboratorio, radiologia, anatomia patologica): tutte le informazioni raccolte
sui pazienti entrano a far parte del repository che sarà poi consultabile
direttamente nei vari reparti, con estrema semplicità, utilizzando
l’intranet aziendale. In particolare, la disponibilità immediata
delle immagini radiografiche su tutti i pc in reparto crea nuovo valore
per il personale sanitario e consente grande tempestività nelle decisioni
cliniche.

«La nostra azienda ospedaliera ha iniziato alcuni anni fa un processo
di informatizzazione dell’area sanitaria che ha già raggiunto l’obiettivo
di dotare tutti i reparti di postazioni di lavoro (personal computer) mediante
le quali gestire la movimentazione dei pazienti, nonché ricevere
e stampare tutta la refertazione di laboratorio analisi, di radiologia e
anatomia patologica
– ha spiegato Lilia Liverani, responsabile del
sistema informativo aziendale del Policlinico -. Il progetto Itaca si
pone a valle di questo processo raccogliendo in un unico grande archivio
tutti i referti validati prodotti elettronicamente durante il percorso clinico
del paziente (identificato univocamente con il codice fiscale) in tutti
i suoi successivi contatti con la struttura ospedaliera. Ulteriore obiettivo
è la condivisione con le strutture dell’ambiente esterno preposte
alla cura della salute (medici di base, altri ospedali e ambulatori provinciali
e regionali) dei dati sanitari del paziente stesso ai fini non solo di tempestiva
diagnostica e interventistica, ma anche a fini epidemiologici e di governo
delle risorse. Particolare cura nello sviluppo del progetto viene posta
nella messa a punto degli opportuni meccanismi di sicurezza per garantire
la privacy e l’integrità dei dati, tanto più importanti quanto
più ci si appoggia alla infrastruttura internet»
.

Al Le Molinette di Torino è già tutto digitale.
Il Dvd entra in ospedale per registrare radiografie e in futuro il libretto
dei pazienti sarà registrato su Cd. Il segreto? Un server e un "juke-box"
capaci di archiviare in forma digitale milioni di immagini, la storia radiologica
di migliaia di pazienti, in poco meno di un metro cubo.
Questa soluzione digitale, studiata da Pioneer, funziona già a pieno
ritmo in uno dei maggiori ospedali italiani: Le Molinette di Torino dove,
grazie anche al contributo del Gruppo San Paolo Imi, è operativo
uno dei primi reparti digitali di radiologia in Italia.
I numeri sono rilevanti, 760 Dvd masterizzati, 4.832.245 immagini, reperibili
in meno di venti secondi (mediamente 12 secondi). Tre anni di lavoro, raccolti
in pochi metri quadrati.
Perché i medici lo dicono, lo ripetono e a volte lo scrivono anche:
«Ricordatevi di portare gli esami precedenti». Mentre,
forse, tra qualche tempo il medico di famiglia chiederà: «Scusi
dov’è il suo Cd?»
.
Già ora, con il sistema di archiviazione digitale, i pazienti riducono
notevolmente l’esposizione a raggi dannosi. In un archivio elettronico
nessuna immagine va mai persa. Le radiografie digitali non si limitano a
far risparmiare spazio e a risolvere il problema dello smaltimento delle
lastre, ma migliorano soprattutto la qualità del servizio di radiologia.
Una volta memorizzata su disco, l’immagine digitale può essere
richiamata sul video da ogni computer dell’ospedale: può inoltre
circolare via Internet ed essere inviata per un consulto a specialisti fuori
sede.

Un ospedale di medie dimensioni esegue in un anno circa un milione di lastre.
Archiviarle richiede uno spazio di almeno 300 metri cubi. E la maggior parte
delle ricerche, in un archivio di queste dimensioni, non dà risultati.
È come cercare il classico ago nel pagliaio. Per questo molti ospedali
consegnano una copia della lastra al paziente. Ma non è detto che
la lastra salti fuori all’esame successivo.
Oggi, invece, basta poco meno di un metro cubo per archiviare 10 anni di
radiografie di un intero ospedale. Le dimensioni di un archivio elettronico.
E a Le Molinette di Torino lavorano così, tutto in digitale. Dalla
Tac alla radiografia.
L’obiettivo della Radiologia centrale de Le Molinette di Torino era
ambizioso: il radiologo doveva poter rivedere i vecchi esami prima di effettuare
la nuova indagine radiologica, valutare il progredire della patologia in
corso d’esame, riducendo allo stretto indispensabile le esposizioni
di radiazioni. Vale a dire che, mentre il medico effettuava un nuovo esame,
doveva poter ricercare gli esami nell’archivio, visualizzarli e confrontarli
con quelli in corso.
Oggi, a Le Molinette tutte le stazioni di diagnosi del reparto sono collegate
in rete e possono accedere al sistema in tempo reale. Copertura totale.
La scommessa per il futuro è garantire l’accesso digitale alle
immagini da parte degli altri reparti della struttura o tra i diversi ospedali.
E i benefici sono evidenti anche per personale e strutture sanitarie. Lavorare
è più facile. Lo conferma anche il dottor Roberto De Lucchi:
«Si digita il nome del paziente e in pochi secondi compare la
documentazione che lo riguarda. Ormai si studia direttamente sul monitor»
.

Un bel passo avanti. E un risparmio per le strutture ospedaliere: circa
250mila euro l’anno. Senza contare quanto sia importante, soprattutto per
certe categorie di pazienti, come gli oncologici, avere la certezza di poter
seguire, passo dopo passo, l’evoluzione della patologia. «Qui
in reparto
– prosegue il primario – i pazienti ogni tanto entrano
nelle stanze dove leggiamo le lastre. Lo si vede subito che rimangono sorpresi
dal numero di computer»
. Misteriosi anche loro come il vecchio
diafanoscopio che leggeva le lastre, ma forse un po’ più familiari,
soprattutto ai più giovani.
Pare che i dottori riscontrino spesso sguardi incuriositi, ma non chiedono
nulla, i pazienti de Le Molinette, forse perché non sanno ancora
che questa rivoluzione silenziosa, che per ora riguarda l’archiviazione
e, quindi, solo il lavoro dei medici, presto interesserà anche loro.

Perché i medici dicono di lavorare meglio, mentre per i pazienti
non esiste più il fastidio di ripetere l’esame perché
è andato perso, e l’ospedale non ha più l’obbligo
di sottrarre spazi ad altri servizi per conservare le lastre. Al reparto
di radiologia digitale di Torino, ora, si fa tutto con un clic di mouse.

L’Azienda Ospedaliera di Parma ha ristudiato il modo di
gestire i documenti e i processi organizzativi grazie all’introduzione di
un sistema di protocollo informatico e gestione documentale basato su tecnologia
FileNet.
La soluzione è stata realizzata da InfoCamere, partner della società
particolarmente impegnato sul fronte pubblico in linea con le direttive
del piano di e-government. Per questo era necessario eliminare i registri
cartacei, razionalizzare i flussi documentali e introdurre strumenti che
permettessero un effettivo accesso allo stato dei procedimenti e ai relativi
documenti da parte dei soggetti interessati (cittadini e imprese) secondo
le direttive del Dpr n°445 (12/2000) relativo all’introduzione
del protocollo informatico entro il 1° gennaio 2004.
Dopo un’attenta analisi dell’offerta, l’azienda ospedaliera
di Parma ha selezionato il software Proteus Pa di InfoCamere, sviluppato
sulla tecnologia documentale di FileNet.

L’azienda ospedaliera, con più di 3mila dipendenti, ha attualmente
circa 1.300 postazioni di lavoro dotate di personal computer. Oggi, grazie
alle soluzioni FileNet, sessanta utenti, con autorizzazioni diversificate,
possono utilizzare il Proteus Pa di InfoCamere per la protocollazione in
entrata e in uscita e la gestione documentale. Quindici di loro sono dotati
di scanner ed etichette per acquisire documenti cartacei, tutti sono in
grado di allegare e smistare materiali senza limite di formato elettronico.

In qualsiasi ufficio si trovino, gli operatori possono facilmente recuperare
e visionare i documenti semplicemente accedendo al sito intranet aziendale.

I fascicoli documentali cartacei sono diventati cartelle virtuali, che correlano
più documenti. Tutto questo in rispetto dei necessari livelli di
sicurezza dei dati e del sistema e lavorando su un programma con elevate
caratteristiche di usabilità.
La soluzione Proteus Pa è basata su sistemi aperti e su un’architettura
client/network (evoluzione del modello client/server) articolata su tre
livelli: database server; application server; Web client. L’interfaccia
utente è di facile apprendimento e memorizzazione, limitando in questo
modo la possibilità di errori. Il sistema è, inoltre, predisposto,
per l’integrazione con la firma digitale, obiettivo che rientra nei piani
di sviluppo dell’azienda ospedaliera di Parma.

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