Carrier Ethernet pronto al decollo

La scalabilità e la flessibilità della tecnologia inventata da Bob Metcalfe 30 anni fa rispondono, oggi, alla esigenza di banda delle aziende. Al via il programma di certificazione degli apparati.

Dopo essersi affermata come lo standard per le reti locali, la tecnologia Ethernet sta rapidamente prendendo piede anche nell’ambito geografico. Già nei mesi scorsi si era avuto sentore di un cambio di scenario nel mondo delle Tlc. Ma la conferma si è avuta di recente, con la pubblicazione di studi di mercato che quantificano le previsioni di crescita di apparati e servizi (si veda pag. IV), e con l’avvio di nuove e importanti iniziative da parte del Metro Ethernet Forum (Mef) l’associazione di vendor e provider che sta spingendo lo sviluppo di Carrier Ethernet (o Metro Ethernet o Wan Ethernet), nome con cui ormai viene definita la tecnologia inventata 31 anni fa da Bob Metcalfe quando viene utilizzata in ambito metropolitano. Ci riferiamo, in particolare, all’avvio di un programma di certificazione per gli apparati di rete e alla ratifica di numerosi standard, passi necessari per la diffusione del servizio.


Proprio Metcalfe, che partecipa attivamente ai lavori del Mef in qualità di Advisory director, ha recentemente commentato che "lo sviluppo di Carrier Ethernet segna la fine delle tecnologie Sonet/Sdh e T1/E1, ormai superate dal momento che le aziende saranno in grado di acquistare banda più ampia e veloce a un prezzo più basso, con una struttura di prezzo granulare, che consentirà di scegliere la velocità necessaria e quindi pagare in funzione delle proprie richieste".

Un upgrade lineare


Sviluppo rapido dei servizi, protezione dei dati end-to-end, Service level agreement stringenti, supporto di traffico voce, Internet e multicast e, soprattutto, scalabilità lineare fino a 10 Gbps.


È proprio quest’ultimo il punto che sembra aver innalzato l’indice di gradimento di Carrier Ethernet. Infatti, la tecnica tradizionalmente usata per le connessioni dati in ambito metropolitano e geografico è quella Tdm (Time division multiplexing), originariamente ottimizzata per la voce. Per collegarsi a questi servizi, i clienti utilizzano varie tecnologie, come Isdn, linee dedicate, Frame Relay e Atm, le quali, a loro volta, vengono "mappate" sulla rete ottica in tecnologia Sdh (o Sonet, come la chiamano in Usa).


Ora, il problema con le tecnologie Tdm è che non sono in grado di fornire un upgrade lineare della banda al crescere delle richieste, ma solo una crescita a gradini. Per essere chiari, un cliente che usa Isdn a 128 Kbps e ha bisogno di più banda, deve passare a una linea dedicata a 2 Mbps e quando questa non basta, "saltare" a 34 Mbps. Ciascun servizio, peraltro, richiede costose interfacce, che vanno installate e configurate presso il cliente. Potrebbero, inoltre, essere necessarie differenti connessioni dati, come Frame Relay o Atm.


Fame di banda


Queste problematiche sono comuni alla maggioranza delle aziende, proprio perché le esigenze di banda sono in continua crescita. Da un sondaggio commissionato dal Mef alla società di ricerca Rhk, risulta che è opinione diffusa che la scalabilità e la flessibilità di Ethernet sono adatte a rispondere a questa domanda, e la tecnologia, estremamente popolare fra i professionisti It, viene considerata il modo più semplice per collegare le sedi, i clienti e i fornitori. Su 55 aziende intervistate (tutte multisede, con oltre 200 dipendenti e dislocate in Nord America e in Europa), 44 utilizzano già i servizi Ethernet e molti di quelli che non lo fanno, in realtà, non hanno scelta, perché non hanno disponibilità nella loro zona.


Quanto alle motivazioni che spingono verso Carrier Ehernet, le risposte sono quasi tutte convergenti sull’incremento di banda trasmissiva e l’esigenza di ridurre i costi.


"La tendenza al consolidamento delle risorse It – spiega Nan Chen, presidente del Mef – è uno dei driver dell’esplosione dei servizi broadband. Stiamo tornando al modello mainframe, con i server e lo storage concentrati nei data center, e questo richiede collegamenti ad alta velocità". Senza dimenticare, inoltre, applicazioni affamate di banda come la videoconferenza, il video broadcast e la telefonia Ip.


Ma non ci sono solo le aziende a chiedere più banda. Forti richieste vengono anche dall’area dei servizi mobili, dove la trasmissione di dati e immagini è in continua crescita, e dal mondo consumer, dove si vanno diffondendo la televisione Ip e gli accessi ad alta velocità.

Un passaggio indolore


Per le aziende e per i carrier ha un costo abbandonare le soluzioni finora utilizzate per passare a Carrier Ethernet? "Sostituire l’hardware non è un problema – sostiene Chen -. Spesso, infatti, i router utilizzati per le linee dedicate o altro hanno delle porte Ethernet che non vengono utilizzate. Per i carrier, invece, di solito si pone la scelta fra creare un nuovo anello Sdh, che significa mettere nuove interfacce in tutti i nodi dell’anello, o utilizzare Ethernet, che è più economico e scalabile".


Un’altra opportunità di risparmio dovrebbe venire dal programma di certificazione dei prodotti, che il Mef ha annunciato, con l’obiettivo di verificarne la compatibilità agli standard. Darà anche una mano ai service provider nella selezione dei fornitori, riducendo gli oneri di testing a loro carico.


Inizialmente riguarderà le aziende aderenti al Mef che dispongono di prodotti per realizzare servizi di tipo point-to-point (o E-Line, secondo lo standard Mef) e multipunto, o E-Lan. I risultati saranno presentati a Carrier Ethernet World Congress, che si terrà a Berlino il prossimo settembre.

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