Calabrò: fondamentali le nuove infrastrutture

La relazione del presidente dell’AgCom mette in luce la necessità di investimenti verso la banda larga e l’ultrawideband

Un’Italia quinta al mondo nel settore delle telecomunicazioni per fatturato pro-capite e prima nel mondo per quanto riguarda i servizi voce di telefonia mobile. Questo è il Paese raccontato ieri da Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, nel corso della presentazione della relazione annuale dell’Agenzia.

L’Italia si conferma come la nazione con la più alta diffusione di telefoni cellulari (uno e mezzo per abitante) e sicuramente all’avanguardia per quanto riguarda le offerte innovative (triple play; quadruple play, convergenza tra fisso e mobile).
Nell’ambito della telefonia mobile, uno dei fenomeni più rilevanti raccontati da Calabrò è stato l’arrivo degli operatori mobili virtuali, che hanno introdotto nuovi elementi di concorrenza in un segmento già altamente competitivo.
Importanti anche gli interventi in ambito tariffario, a partire dalla riduzione delle tariffe di terminazione, nonostante si registrino ancora alcune difficoltà nella diffusione di offerte flat o semi-flat ai servizi di telefonia mobile.

Telecom resta il primo player, anche se il peso specifico dell’ex incumbent in tre anni si è ridotto di tre punti percentuali, passando dal 94 all’84%. Contestualmente, hanno recuperato redditività gli operatori alternativi. Resta il più basso d’Europa il prezzo per il servizio di unbundling e la sua diffusione cresce del 42% anno su anno, con oltre un milione di linee attivate in dodici mesi. A Telecom spetta il primato anche per quanto riguarda la banda larga: detiene una quota del 64%, superiore a quella degli altri ex incumbent europei, generalmente fermi a una decina di punti percentuali in meno.

Per questo motivo Calabrò ha indicato come fondamentali gli impegni presentati lo scorso mese di giugno da Telecom, con l’obiettivo di superare i problemi concorrenziali di accesso alla rete.

Meno soddisfacente, invece, si dice Calabrò quando si parla di rapporto delle imprese del settore delle telecomunicazioni con gli utenti. In un anno l’Agcom ha ricevuto oltre 60.000 segnalazioni che hanno richiesto interventi in materia di imposizione di clausole capestro, di attivazione e fatturazione di servizi non richiesti, ritardi negli allacciamenti e malfunzionamenti vari. Il tutto per circa 8 milioni di euro in sanzioni: tre volte quelle comminate l’anno precedente.

Per quanto riguarda invece le prospettive, constatando la maturità dei servizi voce tradizionali, Calabrò ha sottolineato come per un vero sviluppo del comparto siano necessari interventi infrastrutturali in materia di banda larga e ultra-larga. Sono 10 milioni gli utenti broadband in Italia, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Questo numero, tuttavia, corrisponde a una penetrazione del 17,8%, decisamente al di sotto della media europea.

Fondamentali, dunque, le nuove reti trasmissive a larga banda, in grado di supportare i i 50 Mbps, rispetto agli attuali 3-8 Mbps. “Il dibattito – ha sostenuto Calabrò – non è quindi sul “se”, ma sul “come” e sul “quando” .

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