Ca punta sulla carta dell’ITIL

Si chiama Service Management Accelerator il nuovo pacchetto che Ca dedica alle aziende che intendono imboccare la strada della qualità dei servizi It

I Cio, lo si sa da tempo, sono tirati per la giacchetta. Stretti tra budget It sempre più “risicati” e un ambiente informatico che si fa di giorno in giorno più complesso, questi manager si vedono costretti, oggi più che mai, a dare un’evidenza concreta delle attività dei propri team.
L’area It, infatti, non è considerata quasi mai, se non in poche realtà “illuminate”, di supporto diretto per le attività d’impresa, tuttavia è facile immaginare la sua strategicità per qualsiasi processo vitale di un’organizzazione.

Di recente si sono affacciati sulla scena internazionale alcuni nuovi approcci, che si propongono di trattare l’It alla stregua di un servizio. Tra queste metodologie, che si risolvono spesso in consigli utili, best practice e revisione dei processi, molti vendor It hanno deciso di supportare attivamente ITIL (It Infrastructure Library). Come ha fatto Ca, che di recente ha arricchito la propria offerta proprio nella direzione di questo framework.
L’implementazione di ITIL, infatti, è ancora oggi piuttosto lenta e parecchio costosa. Forte è, in linea di principio, l’impatto che l’adozione di questa procedura ha sui processi di business chiave per l’azienda.

Scopo della nuova offerta di Ca, che comprende servizi di consulenza, metodologie e software di supporto, è di ridurre la fase di assessment, quella cioè che permette alle aziende di verificare in che condizione si trovano nel loro cammino verso l’eccellenza dei servizi It.

“Proprio questo, infatti – chiarisce Stefania Renna, associate project manager di Ca – è uno dei momenti più critici nell’adozione di ITIL. Si tratta di una fase che può protrarsi per mesi, tanto che, quando si arriva alla sua conclusione, si finisce per avere in mano una fotografia ormai vecchia e non più veritiera della situazione”.
L’idea che sta alla base di Ca Service Management Accelerator, secondo la manager, è di riuscire ad automatizzare l’introduzione di questa metodologia, facendo leva suoi suoi tre pilastri, rappresentati dalle persone, dai processi e dalle tecnologie.

“In Italia non si può ancora parlare di una vera e propria adozione di ITIL – sostiene la manager – tuttavia c’è parecchio interesse intorno a questa tematica”. Ecco perché la società di Islandia ha deciso di combinare, in un pacchetto modulare, la propria offerta di servizi e software.

Migliorare il presidio della componente “umana” di ITIL, secondo Ca è possibile attraverso appositi corsi e anche con l’aiuto di un gioco di simulazione, battezzato Apollo 13, che permette di familiarizzare con le problematiche relative all’adozione di questo framework.

L’ottimizzazione dei processi, invece, passa attraverso i servizi di Maturity Assessment.
Tra questi ultimi spiccano per novità le mappe (ITIL-at-a-Glance “Subway” Maps) che offrono un’utile rappresentazione grafica della situazione attuale dell’azienda in materia di gestione di configuazioni, servizi It, supporto o change management. “La mappa – conclude Renna -, del tutto simile a quella delle fermate della metropolitana, incrocia le diverse dimensioni e chiarisce all’azienda, passo a passo, il percorso da compiere per raggiungere il livello di qualità dei servizi It che si pone come obiettivo”.

Ma tutti questi sforzi sono vani se non accompagnati da un idoneo supporto tecnologico.
Di recente l’offerta Ca si è arricchita di un nuovo repository ITIL, battezzato Cmbd, che semplifica la costruzione, l’amministrazione e la manutenzione delle diverse configurazioni It e fornisce una visualizzazione delle relazioni esistenti tra i vari elementi dell’infrastruttura informativa della società.

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