Bull Italia, riecco il nero

Con un semestre di anticipo rispetto alle previsioni, Bull Italia esce daltunnel dei bilanci in rosso. Outsourcing applicativo e consulenza suiprogetti Erp, le aree sulle quali verra costruito il rilancio.

Sono passati cinque lunghi anni, ma Bull Italia ce l’ha fatta a tirarsi
fuori dalle torbide acque dei conti in rosso. Come ha preannunciato,
rispetto a un consiglio di amministrazione ancora da tenersi, il
responsabile italiano Claudio Montagner, la società rivede il segno
positivo alla chiusura di un bilancio trimestrale. La cifra è bassa, un
miliardo, ma il colore, nero, è ampiamente significativo. Al numero ne va
aggiunto un altro, relativo ai sei mesi di anticipo con cui la consociata
nazionale del gruppo posseduto da Motorola, France Telecom e Nec, ha
raggiunto l’obiettivo del segno più di bilancio. Nei piani di rilancio di
Bull Italia, annunciati lo scorso settembre, infatti, l’uscita dal tunnel
era prevista per il quarto trimestre ’99. Il successo non annunciato va
ascritto a una serie di concause delle quali Bull è stata diretta
determinante. In primo luogo la ferma volontà di ridurre i costi operativi
,
che ha determinato un’operazione portata a termine in tre mesi. La
riduzione di organico, spesso perseguita con il ricollocamento del
personale presso società di outsourcing alle quali Bull ha demandato le
attività di livello base (come Johnson Control e Wind) è stata in parte
controbilanciata con l’assunzione di personale qualificato da collocare
nelle nuove aree di business individuate da Montagner e dal suo staff, che
poi coincidono con le nuove business unit della società: le
telecomunicazioni, le soluzioni di business elettronico, l’outsourcing
applicativo e la consulenza su progetti Erp. Proprio quest’ultima area sar
à
quella su cui l’attività dei prossimi mesi di Bull si concentrerà. Il
positivo andamento economico, infatti, dovrebbe consentire alla società di
procedere ad alcune acquisizioni nell’area della consulenza su Erp, nella
fattispecie verso i fronti delle implementazioni Sap, Baan e Oracle.
Tornando ai numeri (a quelli che si possono dare prima dell’approvazione
del conto da parte del Cda), vanno citati la riduzione del fatturato
dell’11%, da ascriversi alla dismissione di rami secchi, il più 31% di
margine operativo lordo, derivante dall’investimento in attività di
servizi, la riduzione del 18% dei costi, l’aumento del 61% dell’utile
operativo e i 130 miliardi di lire di capitale circolante.

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