BT scorpora il wireless e lancia l’emissione di opzioni per oltre 8 miliardi di dollari

Saranno create due entità, ovvero un gestore solo mobile che si chiamerà Bt Wireless, e un operatore fisso ormai consolidato nel tempo, Future Bt.

British Telecommunications ha definito giovedì scorso la drastica azione
chiesta dagli investitori per ridurre un debito ormai ammontante a quasi 40
miliardi di dollari, annunciando che si farà letteralmente in due per ottenere
il supporto all’emissione di opzioni scontate del valore complessivo di quasi 6
miliardi di sterline, o 8,3 miliardi di dollari. L’emissione, la più imponente
operazione di questo tipo mai registratasi in Gran Bretagna, darà origine a un
massimo di 1,976 miliardi di nuove azioni Bt al prezzo fortemente scontato di 3
sterline (circa 10.000 lire) e sarà seguita entro la fine dell’anno dalla
separazione dell’azienda in due entità separate, entrambe quotate in Borsa: un
gestore solo mobile che si chiamerà Bt Wireless, e un operatore fisso ormai
consolidato nel tempo, Future Bt. Christopher Bland, fresco di nomina come
presidente di Bt, ha dichiarato, annunciando la ristrutturazione, che i piani
appena delineati “richiederanno un’azione rapida e determinata da parte del
management se davvero si vuole centrare l’obiettivo della trasformazione di Bt.
Abbiamo iniziato bene, la cultura aziendale sta cambiando e ho fiducia di poter
concludere questo processo nell’interesse migliore dei nostri azionisti, clienti
e dipendenti”. Gli investitori proveranno sicuramente un senso di sollievo per
il fatto che Bt, in crisi da parecchio tempo, si sia finalmente decisa a
intraprendere drastiche misure correttive, ma alcuni potrebbero replicare che se
la cura appare quella giusta, la ricetta potrebbe essere arrivata troppo tardi
per salvare la vita del paziente. L’emissione di opzioni, insieme ai fondi
generati dalla svendita di proprietà di Bt in Giappone, Malesia e Spagna,
consentirà alla telco britannica di raggiungere l’obiettivo dei 10 miliari di
sterline (oltre 14 miliardi di dollari) di riduzione del debito già promesso
alle principali agenzie di rating.

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