Bt con Ribbit, perchè anche le Tlc son 2.0

Con un investimento di 105 milioni di dollari la società punta decisamente verso i servizi di nuova generazione, grazie a una community di 4.000 sviluppatori.

La notizia, pubblicata nella giornata di ieri sul sito di Bt, potrebbe di primo acchito passare nel calderone delle tante operazioni di acquisizione che consentono a una azienda di ampliare il proprio raggio di azione.

In questo caso, tuttavia, merita una riflessione in più in virtù della sua strategicità.

Bt ha reso noto di aver investito 105 milioni di dollari per acquisire la californiana Ribbit Corporation, che sviluppa una piattaforma VoIp per applicazioni Web.

Una scelta che mostra con chiarezza quale è la direzione strategica ormai definita da Bt.
Qualcuno le chiama le Telco 2.0, qualcuno, più semplicemente, ricorre a quell’acronimo (Ngn) che sta a indicare le reti di nuova generazione.
Qualunque sia la definizione, il senso ultimo è chiaro: intorno a Ribbit si è riunita una community di sviluppatori impegnata nella creazione di nuove applicazioni voce che combinano di tecnologie telefoniche e internet in modalità innovative. Ed è il lavoro di questa community, formata da oltre 4.000 persone, che interessa – e molto – a BT.

Perchè è stato con Ribbit che gli sviluppatori sono stati in grado di integrare la voce in salesforce.com, o di aggiungere funzionalità vocali direttamente in FaceBook e iGoogle.

Bt punta da subito all’integrazione delle tecnologie di Ribbit nei suoi Web service, ma le prospettive sono molto ampie.

La rete riconosce a Bt il merito di aver sempre investito in innovazione, con tutti i rischi che certe sperimentazioni hanno comportato. Qualcuno però si domanda se altri operatori saranno capaci di seguirla su questa nuova strada. Qualcuno, poi vagheggia. Chissà se da un incumbent può nascere una nuova Skype?



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