Bsa: l’Italia ancora in Watch List

Il rapporto annuale realizzato da Idc registra un leggero miglioramento per il nostro paese, che resta comunque sorvegliato speciale.

È stato presentato in questi giorni lo studio che ogni anno Idc conduce
per Business Software Alliance sulla pirateria del software.
Il primo dato che balza all’occhio è che nel nostro Paese
il tasso di pirateria mostra per la prima volta un leggero calo (-2%) rispetto
agli anni precedenti, dunque per la prima volta con una inversione di rotta. In
termini economici, nel nostro Paese, le perdite legate alla pirateria del
software nel 2006 si sono ridotte di circa 119 milioni di euro, dai 1.157
milioni di euro del 2005 ai 1.038 del 2006.

In
effetti, come dichiara Luca Marinelli, Presidente di BSA Italia, “molto
resta ancora da fare, perché abbiamo pur sempre un 51% di software illegalmente
utilizzato: insomma, più di un programma su due installati sui PC del Belpaese è
privo di regolare licenza. Dobbiamo continuare a lavorare perché l’impegno a
favore della legalità veda schierati insieme mondo aziendale, mondo associativo
e mondo politico-istituzionale
”.


In questo
scenario, l’Italia rimane nella “Watch List” del Ministero per il Commercio USA
fra i Paesi in cui la proprietà intellettuale dei prodotti non è
sufficientemente tutelata (nonostante il riconosciuto impegno della Guardia di
Finanza), con evidente svantaggio negli scambi commerciali internazionali su cui
il nostro sistema si basa.

In termini assoluti, per
l’Europa si evidenzia un tasso nell’ordine del 36%, stabile rispetto all’anno
precedente. In termini di valore, le perdite superano comunque gli 8 miliardi di
euro, in questo caso con una riduzione di circa 700 milioni rispetto al passato.


Per quanto concerne invece la sola Europa Occidentale, si parla di un tasso del 34% anche in questo caso in calo rispetto al 2005.

Secondo lo studio, la diffusione delle connessioni a banda
larga nei Paesi più industrializzati ha condotto Internet a diventare il
principale canale distributivo di software illegale, mentre nelle economie
emergenti sono ancora preferiti i CD-rom contraffatti.

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