Brevi crede ancora nei cash&carry

Difatti è da qui che viene il giro d’affari maggiore. E mentre a Trento si sta aprendo un nuovo magazzino, il presidente riflette sul mix di prodotti

Giugno 2005, L’intenzione è di puntare ancora molto sui cash
&carry e sulla modalità di go to market che i "magazzini"
per i rivenditori offrono. Per questo, Brevi sta per inaugurare un nuovo punto
vendita. Questa volta nella zona di Trento. Un negozio da 250 metri quadri servirà
i rivenditori della zona che fino a ora avevano poche chance: o dirigersi verso
il Sud del Brennero o appoggiarsi a Bolzano, dove però le logiche di
vendita sono comunque "diverse" (e forse anche le modalità
di pagamento). Di sicuro però anche i cash&carry di Brevi hanno rallentato
le vendite, portando a una contrazione del giro d’affari del primo quarter pari
al 4 per cento. Giambattista Brevi, presidente del Gruppo,
è schietto anche questa volta: «Dopo anni di costante crescita
il fatturato è in ristagno e non vedo un mercato in ripresa. Piuttosto
c’è insensibilità a ogni tipo di offerta. I rivenditori comprano
solo sul venduto»
. Ed è forse ancora per questo che il cash&carry
tiene e fa il 60% del fatturato del distributore bergamasco. Anche se gli acquisti
sono «sempre più frazionati e con fatture fino ai duemila euro».
Sempre in riferimento al primo trimestre, nei cash&carry di Brevi sarebbero
passati 6mila rivenditori, «una buona numerica – continua il
presidente – che è cresciuta del 10%». Ma se i contatti
aumentano, i prezzi calano. E i conti tornano a restringersi. «Ormai
lo special price sui notebook è di 499 euro. E a questi prezzi, 700 pezzi
al mese si fanno come niente, ma il fatturato cala»
.
La vendita dei notebook porta con sé un altro fenomeno che Brevi ha registrato
in pieno. L’aumento dei prodotti brand a discapito degli assemblati. Così,
il mix di prodotti del distributore di Bergamo è attestabile attorno
a un 25% di portatili, 20% di monitor (ma in calo), 10% di periferiche (con
Epson e Hp di recente acquisto) e 10% di software di sistema. E il restante
30% va ancora alla componentistica che di Brevi era la punta di diamante dell’offerta.
«Il momento economico non dà segnali di ripresa – riflette
Brevi -, che apertamente denuncia il fatto che le Pmi non stanno comprando.
E con l’aria che tira al momento possiamo solo difendere il fatturato
attuale»
.

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