Brevetti. Ostacolo o tutela?

Il dibattito ferve in Europa, dove si scontrano differenti visioni sull’opportunità di stringere le maglie attorno al processo creativo del software. A rimetterci, alla fine, saranno le realtà più deboli.

30 settembre 2004 C’era un volta il copyright. Oggi, invece, ci sono
i brevetti a regolamentare la proprietà intellettuali in molti ambienti
industriali. I
l software, almeno negli Usa, rientra fra questi.
In
Europa, non ancora, anche se il Consigli dei ministri della Ue, bypassando il
Parlamento, sta provando ad allinearsi.
Dove esiste una legislazione, ciò
che viene difeso è soprattutto il comportamento di un’applicazione, piuttosto
che il semplice codice e questo spiega il moltiplicarsi dei brevetti depositati
negli anni recenti.
Piuttosto che supportare l’innovazione, tuttavia, si
rischia così di frenare l’ingresso di nuovi attori sul mercato del software.

Se si arrivasse a un’armonizzazione globalizzata dei diritti di proprietà
intellettuale, a rimetterci sarebbero soprattutto i paesi poveri, che non
potrebbero replicare quanto fatto in passato dai “colleghi” ricchi, spesso
pronti a ignorare le regole (scritte o meno che fossero)per potenziare le
rispettive economie.

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