Bollino Siae, tassa dovuta?

Tra dubbi e polemiche, ecco l’interpretazione della legge che impone il bollino Siae sui supporti magnetici

Come spesso accade, anche la legge 248/2000 sul bollino
Siae sembra essere il classico esempio di una norma da un lato mal concepita,
dall’altro male interpretata.
Ecco perché cerchiamo in qualche modo in
questa sede di fare chiarezza sugli intendimenti della legge e sugli obblighi
che di fatto impone.
Nella sostanza, la legge 248/2000 stabilisce
l’obbligatorietà di applicare il contrassegno Siae sui supporti magnetici che, a
prescindere dal loro contenuto, possono portare una qualche forma di profitto a
chi li distribuisce. È questa una importante novità rispetto alla legge
precedente, la 633/1941, secondo la quale il “bollino” era obbligatorio sono il
caso di “lucro”, intendendo con questo termine la vendita del supporto
magnetico, fosse questi un cd, un vhs, un floppy o quant’altro. Di fatto, con la
nuova norma, non si parla più di lucro ma di profitto, con una estensione che
arriva dunque anche al ritorno di immagine o al beneficio indiretto.
Qualche
esempio può forse aiutare a comprendere meglio una distinzione che non è solo
semantica. Distribuendo un catalogo prodotti, un’azienda trae profitto, perché
valorizza la propria immagine, cosa che può tradursi in benefici futuri. Anche
distribuendo una cartella stampa con le immagini dei propri prodotti un’azienda
trae profitto, perché il giornalista che le riceve ha la possibilità di
utilizzarle e divulgarle. Quando poi arriviamo alle demo, oppure ai driver, il
profitto è legato alla fidelizzazione dei clienti acquisiti o potenziali. Non
parliamo poi di comuni o associazioni per la promozione turistica, che
promovendo le proprie attività culturali di fatto aiutano anche lo sviluppo
delle attività ricettive e alberghiere della zona.
È evidente che queste
interpretazioni, rilasciate dalla stessa Siae, sono suscettibili di analisi più
approfondita.
Concretamente, però, che cosa è possibile fare?
La legge
richiede il pagamento di 100 Lire a bollino. E però possibile, qualora si
ritenesse di non rientrare nella casistica qui sopra prospettata, mettersi in
contatto con la Siae stessa a Roma, per spiegare le proprie esigenze e farsi
rilasciare una liberatoria.
La liberatoria è fondamentale, perché l’assenza
del bollino implica un’ammenda (fino a 30 milioni) o addirittura l’arresto fino
a sei anni.

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