Bmc Software – I passi necessari: pianificazione, configurazione, gestione in produzione

Silvio Rugolo, software consulting manager

La virtualizzazione è uno dei punti principali dell’agenda del Cio e le tecnologie che la supportano hanno il potenziale per un cambiamento epocale nel modo in cui le risorse di computing vengono considerate. La focalizzazione sui server si tradurrà in un’evoluzione continua di chip e architetture e le soluzioni di virtualizzazione continueranno a frammentarsi in approcci multipli per server, storage, applicazioni o middleware. In futuro, ogni aspetto inerente al data center sarà virtuale, rappresentando una sfida per architetti, sistemisti e personale It.

Oggi l’evoluzione dell’infrastruttura fisica dei server è orientata verso l’ottimizzazione delle performance degli ambienti virtuali. Si fanno strada le virtual appliance che consentono di vedere l’intero stack come una black box (dal sistema operativo ai database, dal middleware all’applicazione) e di ridurre al minimo i rischi di security e i costi di compliance.

In passato si cercavano dispositivi di virtualizzazione che supportassero una particolare architettura hardware per poi inserire lo stack dei sistemi o applicazioni necessari. In futuro, invece, l’intero stack sarà messo in produzione sotto forma di immagine preconfigurata con tutti gli elementi necessari, già pronti all’uso, accelerando l’adozione di modelli di grid o cloud computing.

La gestione della virtualizzazione avviene attraverso tre passi: pianificazione, configurazione, gestione in produzione. La sfida più grande è gestire il cosiddetto “Virtual machine sprawl”, ossia la proliferazione incontrollata delle immagini virtuali analizzando quelle disponibili, quelle in produzione, la loro configurazione e i servizi erogati.

Molte aziende considerano la gestione degli ambienti virtuali un ulteriore silos, perdendo di vista il concetto di servizio; le piattaforme di gestione devono, invece, diventare “virtual aware” e la gestione dei change e delle configurazioni degli ambienti virtuali deve essere dinamica e affrontare provisioning, configuration, patching e compliance da un’unica prospettiva. È, quindi, fondamentale vedere la virtualizzazione, così come l’infrastruttura fisica, inserita in un contesto di servizio. L’elevata dinamicità amplifica, infine, la necessità di adottare strumenti di automazione, controllo e capacity planning adeguati al nuovo ritmo e ai paradigmi emergenti.

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