Blog d’impresa: le regole da seguire

Cosa deve fare un’azienda che vuole aprirsi all’esterno e dialogare con dipendenti, clienti o piccoli azionisti

Nel mondo ci sono circa trenta milioni di blog, pagine personali dove,
tramite un sistema molto semplice di aggiornamento, le persone raccontano le
loro vite e le loro opinioni. Si tratta di un fenomeno sociale che
inizia ad avere riflessi importanti
, per esempio nel giornalismo, e del
quale se ne stanno accorgendo anche le aziende. Qualcuno infatti ha aperto blog
aziendali dove  dipendenti e clienti e qualsiasi perosna interessata
(piccoli azionisti) possono discutere dei problemi della società. Si tratta
di una mossa da studiare attentamente rispetto alla quale Journaldunet.com,
giornale on line francese, prova ad avanzare alcuni consigli.



Trasparenza. Blog d’impresa vuole
dire cercare di coniugare un luogo dove l’espressione è libera con un altro nel
quale per varie ragioni esiste una certa protezione delle informazioni. Per
questo nel momento in cui la società apre un blog e stimola dipendenti e clienti
alla discussione si deve giocare la carta della massima
trasparenza
. Non nel senso di rivelare via Internet i segreti della
società, ma intendendo con questo la possibilità per tutti (soprattutto i
dipendenti) di esprimere liberamente le opinioni. E’ chiaro che se il clima
aziendale è fortemente repressivo è difficile aspettarsi grandi cose dal Web.
Il comportamento dell’azienda però deve essere ineccepibile.
Pubblicità non corrette e cifre truccate saranno immediatamente censurate dai
partecipanti. Una regola deve essere assolutamente rispettata: i commenti non
possono essere cancellati, bisogna essere aperti alle critiche. Tra l’altro uno
strumento come il blog può essere molto utile nella gestione dei momenti di
crisi quando la società può dialogare direttamente con il pubblico di
riferimento (gesto sempre apprezzato) e la stampa può riprendere ciò che viene
detto nel blog dando l’impressione di una società aperta alla
discussione
anche nei momenti difficili.


Vietato vietare. Lo slogan è un po’ datato ma si adatta
perfettamente allo spirito dei blog. L’esperienza dimostra infatti che limitando
la libertà di espressione dei dipendenti le voci trapeleranno comunque in
maniera confidenziale. Essenziale è la pubblicazione di un
regolamento
con una serie di principi (evitare insulti e altro) da
rispettare. Discussione aperta sì, ma entro i limiti della buona educazione.
Senza contare che regole chiare (divieto di diffusione di informazioni riservate
o foto prese sul lavoro) evitano poi problemi legali con i dipendenti.


Portare del valore aggiunto. Il contenuto di un blog è
differente dalla comunicazione istituzionale. Per questo bisogna rifornire il
blog di informazioni sulla società. Nel blog si privilegia il contenuto rispetto
alla grafica per questo basta un sito essenziale dove però la società abbia un
ruolo attivo.


Bloggare regolarmente. E’ una diretta conseguenza della
regola precedente. L’impegno deve essere continuo. Non c’è nulla di peggio che
aprire un sito o un blog e poi dimenticarsi di aggiornarlo. Al minimo
bisogna postare
(traduzione: inserire una notizia) un paio di
volte la settimana
. Non aspettatevi però un grande pubblico. In
Francia, spiega journaldunet, i blog più popolari raramente superano i centomila
visitatori unici e spesso si limitano a qualche migliaio di persone.


Aprirsi all’esterno. I blog hanno anche di solito una serie
di link suggeriti dal proprietario. Certo le aziende non hanno molta voglia di
indirizzare traffico verso l’esterno, ma vedendo questo atteggiamento altri
possono lineare il vostro blog aumentandone la diffusione.

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