Bit e castagne

C’è pacchetto e pacchetto per puntare a uscire dalla crisi.

Sul piano congiunturale in Svizzera non è che se la passino meglio di noi. Per rimanere sulla cronaca, basta guardare i conti Credit Suisse presentati ieri, i peggiori da 150 anni a questa parte.

Eppure guardando alle attività che le autorità elvetiche stanno mettendo in atto per contrastare la crisi economica, si capisce che oltreconfine hanno colto la differenza fra creare e consumare.

Nel contesto del secondo pacchetto anticrisi da 700 milioni di franchi per lo stimolo all’economia (300 andranno in strade e ferrovie), ieri il Consiglio federale ne ha stanziati 10 per il Centro svizzero di calcolo scientifico di Manno, in Ticino.

Un investimento doppiamente coraggioso, dato che va a caccia di competitività, potenziando di 12 volte la capacità di calcolo del supercomputer, e dato non è roba che si può subito consumare.
E visto che all’ordine del giorno c’è anche la sostenibilità, nel pacchetto federale ci sono anche 4 milioni per il recupero delle selve castanili.

Per battere la crisi noi cambiamo la macchina, lassù investono in competitività. Noi sostituiamo la lavatrice, là potenziano le infrastrutture. E fra qualche anno gli ci scappa anche una bella castagnata.

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