Bisogna aumentare lo spazio di archiviazione? Scegliamo l’hard disk giusto

Capacità, prestazioni e costo dei dischi variano anche di molto da un modello a un altro. Ecco su quale velocità e interfaccia puntare per acquistare il prodotto più adatto alle vostre esigenze.

La fame di memoria aumenta sempre più a causa della digitalizzazione
di tutti i tipi di dati: testi, disegni, immagini, suoni, filmati. A questo
hanno contribuito anche il rilascio di nuovi formati video ad alta definizione
e l’enorme disponibilità di contenuti multimediali in Internet.

La capacità dei dischi, sia pur rapportata al prezzo, però, non
può essere l’unica discriminante nella scelta tra un drive e un
altro. Agli utenti, infatti, interessa anche avere valide prestazioni durante
il lavoro di tutti i giorni.

Scelta dei dischi rigidi
Sulla reale velocità di trasferimento dei dati influiscono numerosi fattori,
non tutti sotto il controllo dell’utente, come il tempo di accesso della
testina, la deframmentazione dei file e la quantità di memoria cache
montata nel drive di tipo elettronico come la RAM.

Due elementi, però, possono essere valutati oggettivamente quando si
deve scegliere un nuovo dispositivo e sono:
velocità di rotazione
tipo di interfaccia

A parità di altri parametri, infatti, maggiore è la velocità
di rotazione, maggiore è la velocità di trasferimento dei dati
tra il disco e la RAM. Analogamente, un disco collegato con interfaccia a 300
MBps (MegaByte per secondo) ha prestazioni migliori di un altro che trasferisce
dati a 133 MBps.

Valutando opportunamente i valori delle due caratteristiche, a parità
di costo si può acquistare un nuovo disco o un nuovo computer, fisso
o portatile, con migliori prestazioni.

Velocità di rotazione
Nel corso degli anni le velocità di rotazione tipiche dei dischi rigidi
si sono uniformate su questi valori:
• 4.200 rpm (revolutions per minute: giri al minuto)
• 5.400 rpm
• 7.200 rpm
• 10.000 rpm
• 15.000 rpm

I dischi rigidi a 4.200 rpm sono i più convenienti
per cui, spesso, quelli da 2,5 pollici sono utilizzati nei portatili per contenere
il prezzo. Costo a parte, i motori hanno un minore consumo di energia e le batterie
durano di più.

Per avere un buon compromesso tra prestazioni e costo, i portatili di fascia
media montano dischi a 5.400 rpm.

Quelli a 7.200 rpm sono utilizzati nei portatili di maggiore
costo e prestazioni e, praticamente, in tutti i computer fissi perché:
• sono alimentati dalla rete elettrica e non è necessario garantire
una maggiore durata per le batterie;
• la potenza degli alimentatori è molto maggiore di quella dei
portatili;
• i dischi interni sono di 3,5 e non di 2,5 pollici perché a parità
di caratteristiche tecniche costano meno.

Fino a oggi, i dischi a 10.000 e a 15.000 rpm
non hanno avuto una grossa diffusione nei computer degli utenti finali a causa
dei costi elevati.

Diverse interfacce, diverse velocità
Un disco rigido può essere montato all’interno di un computer o
collegato dall’esterno. Perché funzioni, occorre collegare al drive
il cavo dell’alimentazione e quello per i segnali dei dati. Il trasferimento
avviene tramite un’interfaccia hardware controllata dal sistema operativo
del tipo:
IDE/ATA parallella
• Serial ATA
• SCSI (Small Computer System Interface)

L’interfaccia IDE è stata utilizzata in quasi
tutti i computer fino a pochi anni dopo il 2000. La velocità di trasferimento
dati è stata di 33, 66, 100 e, infine, 133 MBps.
Dal 2003 ha cominciato a diffondersi la Serial
ATA
. La velocità della prima versione è di 1.5 Gbps
(Giga bit per secondo), maggiore dei 130 MBps raggiunti dall’interfaccia
IDE. Infatti, dividendo 1.5 Gbps per otto (un Byte equivale a otto bit), si
ottengono circa 160 MBps.

Successivamente sono comparse la Serial ATA II, che raggiunge i 3 Gbps, e la
III con la quale si arriva a 6 Gpbs.

Per ottenere effettivamente queste velocità, però, nei drive
devono essere montate memorie cache di notevoli dimensioni, aumentando il prezzo
del dispositivo.
Come i dischi da 10.000 e 15.000 rpm, anche i drive SCSI sono
diffusi principalmente in ambiente server piuttosto che nei computer degli utenti
finali.

Drive esterni
Le porte più utilizzate per collegare i drive esterni all’unità
centrale sono:
• USB (Universal Serial Bus)
• FireWire

Poco dopo la versione 1, è comparsa l’interfaccia USB
1.1
a 12 Mbps, oggi presente solo su dispositivi a basso costo. L’USB
2.0 giunge a 480 Mbps (circa 60 MBps), offre buone prestazioni e oggi è
presente praticamente in tutti i computer e nella grande maggioranza dei drive
esterni.

L’USB 3.0 arriva a 4.800 Mbps ed è compatibile con le versioni
precedenti, ma deve ancora apparire diffusamente nei computer e nei drive disponibili
in commercio.
Della FireWire esistono le versioni 400 e
800. I numeri corrispondono alla massima velocità ottenibile
in Mbps (anche se la seconda può raggiungere i 3.2 Gbps con cavi di collegamento
a fibra ottica).

I valori sono simili a quelli dell’USB, ma la FireWire fornisce prestazioni
complessivamente migliori, per cui viene consigliata soprattutto per il trasferimento
di contenuti video. La sua diffusione, però, è piuttosto limitata
a causa di una piccola somma per ogni porta installata chiesta da chi ne detiene
il brevetto.

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