Dopo due anni di fuori scena, il co-fondatore di Sun riassume un ruolo di decisore, in Kpcb. Con idee.
Toh, chi si rivede: Bill Joy.
Il co-fondatore di Sun, colui che diede un sostanzioso contributo alla creazione di software epocali, come Bsd, ovvero la versione di Berkeley di Unix, e come Java, che guidò Sun a sviluppi tecnologici cardine, come Solaris e Sparc, e che lasciò ufficialmente la casa californiana nel 2003, ora torna in corsa, assumendo il ruolo di partner nella società di capitali Kpcb (Kleiner Perkins Caufield & Byers).
Di fatto, però, già una decina di anni prima Joy si trasferì ad Aspen, in Colorado, dove posizionò il proprio ufficio da think-thanker di Sun, e da dove, essenzialmente, ha ispirato Java e ha condotto attività pionieristiche, come la costruzione della prima rete Wi-Fi della città.
Fondata nel 1972, Kpcb ha avuto un ruolo centrale durante l’era dotcom, finanziando società come Netscape, Aol, Compaq, Google, Verisign e la stessa Sun. Joy ci ha già collaborato, influenzando investimenti tecnologici. Ma ora prende posizione in prima persona e, c’è da scommetterci, da Kpcb sortiranno venture che diranno qualcosa di concreto all’industria It.
Già le idee che Joy avanza sono meritevoli di considerazione: vuole battere i tasti dell’evoluzione del Web, del wireless, del supercomputing e di quelle scoperte tecnologiche in grado di risolvere problemi legati alle risorse scarse.
In particolare, riguardo il primo tema, Joy ne fa una declinazione in sei tracce da sviluppare parallelamente: l’accesso tradizionale al Web via pc, quello wireless tramite dispositivo mobile, il Web per veicolare contenuti interattivi di intrattenimento, il Web comandabile vocalmente, l’infrastruttura di e-commerce e il Web “fatto device”, robotizzato, ovvero popolato da comunicazioni infra-macchina, senza la mediazione umana.
Aspettiamoci, insomma, un ritorno, se non sulla scena, dietro le quinte, ma da vero cavallo di razza.
