“Big Blue alle prese con Linux e i suoi “”supergrappoli”””

La piattaforma Ibm Rs/6000 Sp rappresenta con molta probabilità il supercomputer oggi più diffuso, ma il Re dei Teraflop deve affrontare una inaspettata minaccia da parte di nuovi entranti a basso costo come i "supergrappoli" di …

La piattaforma Ibm Rs/6000 Sp rappresenta con molta probabilità il
supercomputer oggi più diffuso, ma il Re dei Teraflop deve affrontare
una inaspettata minaccia da parte di nuovi entranti a basso costo
come i "supergrappoli" di sistemi Linux. Malgrado i rischi
commerciali che la decisione comporta, Ibm ha però ammesso di essere
pronta a supportare direttamente anche questa tecnologia
multielaborativa. Lo ha dichiarato un funzionario di Big Blue in
occasione dell’evento Sp World. Un tempo i supercalcolatori venivano
utilizzati sono in ambiti piuttosto ristretti, come le università e i
laboratori di ricerca pubblici. Oggi però gli elaboratori trovano
applicazione anche in settori commerciali, sull’onda dell’esplosiva
crescita delle applicazioni Internet. La stessa Ibm negli ultimi anni
ha verificato che su due supercomputer consegnanti almeno uno finiva
in mano a clienti interessati ad attività di Web hosting. Non si
conoscono ancora i dettagli della futura offerta nell’ambito del
supercalcolo basato su Linux, ma Ibm sembra confermare il suo impegno
strategico nei confronti di questa piattaforma. "E’ un modo per
godere di tutti i vantaggi di entrambi i mondi"
, sottolinea Dave
Gelardi, responsabile dei sistemi di business intelligence per quanto
riguarda la linea di computer Rs/6000. I clienti avranno la
possibilità di sviluppare i loro sistemi Linux a costi più bassi,
senza per questo dover rinunciare alla competenza di Ibm in campo
consulenziale. Big Blue finirà forse per vendere qualche macchina in
meno, continuando a trarre qualche profitto anche nei casi in cui i
clienti dovessero optare per i cluster basati sul sistema operativo
open source.

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