Biesse: IT e OT insieme per aumentare le revenue

La storia di Biesse, grande realtà manifatturiera fondata nel 1969 e con oltre 4400 dipendenti, è un brillante esempio di innovazione finalizzata al business; di IT e OT che diventano una cosa sola, e di un CEO illuminato, che ha attribuito al CIO e alla trasformazione digitale un ruolo centrale.

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La storia di Biesse, grande realtà manifatturiera fondata nel 1969 e con oltre 4400 dipendenti, è un brillante esempio di innovazione finalizzata al business; di IT e OT che diventano una cosa sola, e di un CEO illuminato, che ha attribuito al CIO e alla trasformazione digitale un ruolo centrale.

La partenza di #roadstoinnovation, il tour itinerante di VEM Sistemi alla scoperta delle migliori storie di innovazione, non poteva essere più illuminante sulla strada che le innumerevoli aziende italiane dovrebbero seguire, quando si parla di trasformazione digitale.

Lucio Magi
Lucio Magi

A partire da quanto raccontato da Lucio Magi, IT Infrastructure&Operations Manager di Biesse : “Per noi la modernità deve essere sempre abbinata ad un progetto concreto: budget, risorse, talenti. Non ci limitiamo quindi a rifare ciò che avevamo, ma guardiamo sempre avanti e cerchiamo di capire i potenziali vantaggi a medio e lungo termine. Abbiamo un percorso di evoluzione ben più che ventennale per quanto riguarda le infrastrutture IT.
Se in passato potevamo accettare una architettura che fosse fortemente centralizzata, da tempo questo non è più ragionevole. Oggi Biesse conta oltre 20 showroom e 12 siti produttivi, e aumentano sempre di più i servizi in cloud. Grazie alla collaborazione continua e proficua con VEM Sistemi siamo riusciti a scalare e migliorare continuamente flessibilità ed efficienza”.

L’approccio d Biesse alle tecnologie IT è senza dubbio vincente, e la chiave è la vicinanza la vicinanza tra la visione di CEO e CIO.

Splendido proposito, tuttavia non molto diffuso ancora oggi. Per non poche realtà italiane, fare questo step sembra essere ben più difficile a farsi che a dirsi. Le ragioni sono facili da intuire: “abbiamo sempre lavorato in questo modo”, è la frase più comune. E, come vedremo più avanti, è un adagio che si applica a tutti i contesti aziendali.

Da fonte di costo a investimento: cambiare prospettiva sull’IT per aumentare gli utili

Da sempre Biesse pensa all’innovazione come uno strumento funzionale al miglioramento del business, con un obiettivo sempre presente: la crescita delle revenue. Quando la società pesarese lavora con i partner tecnologici, lo fa pensando sempre ad orizzonti di medio-lungo termine. E non sceglie mai tecnologie scollegate dagli ambienti produttivi. In sintesi IT e OT sono una cosa sola. Biesse è sempre impegnata nella ricerca di nuovi modi per sfruttare tutte le innovazioni, e le tecnologie informatiche non fanno alcuna eccezione. I potenziali vantaggi sono infiniti.

L’approccio più efficace è quello olistico, cercando di anticipare il futuro, a tutto vantaggio del business. In Biesse, ad esempio, parlare di IIoT è quasi scontato. “Quello su cui stiamo lavorando è far diventare i nostri stessi prodotti degli IoTAnche qui, IT e OT sono al servizio del business, e non il contrario. Pensiamo, ad esempio, a macchine capaci di darci insight di ogni tipo, non solo predictive maintenance ma anche informazioni sulle modalità di utilizzo, utili per capire ancora meglio le effettive esigenze dei clienti e per poter offrire una customer experience di assoluta eccellenza”.

É chiaro che per produrre risultati significativi e cambiare il modello di business in chiave digitale, per i CEO un cambio culturale non è più rimandabile. Pensare all’IT come ad un centro di costo non è solo sbagliato: è fuorviante.
Un ragionamento olistico oggi deve comprendere anche l’information technology, chiedendo ai CIO di accompagnare le proprie proposte da concrete ricadute sul revenue aziendale.
Cambiare approccio non è facile, lo sappiamo bene, ma evolversi è nella natura dell’attività imprenditoriale.
Il mercato globale è sempre più competitivo, e tergiversare troppo a lungo potrebbe avere risultati drammatici sulla redditività dell’azienda.

I CIO devono cambiare mentalità e pensare di più al business

La mentalità aziendale non è appannaggio solo dei CEO. Anche ai CIO è richiesto di ampliare i propri orizzonti. In Biesse sono convinti che tutte le aziende trarranno grande beneficio da un rinnovato spirito imprenditoriale dei manager IT. In una visione olistica, tutti devono pensare a come migliorare redditività e produttività dell’azienda.
A maggior ragione, una figura apicale come il CIO deve sapere come interpretare le esigenze del business e migliorarlo attraverso le sue indubbie competenze in ambito digitale.

Per farlo, serve un coinvolgimento continuo in tutti gli ambiti aziendali, e capacità di ascolto non comuni.Un cambio di mentalità, e l’uscita da binari tradizionali. Non solo tecnologie best in class, ma sviluppo digitale IT e OT funzionali al miglioramento del business. Soft skill che si sommano alla preparazione richiesta: la competizione sui mercati esige che anche i manager siano all’altezza di aspettative crescenti.

Coinvolgere tutti gli stakeholder aziendali è la chiave del successo

Trasformare digitalmente i processi aziendali significa modificare, spesso nel profondo, il modo di operare di molti dipendenti e collaboratori. L’errore più comune è far calare dall’alto decisioni impattanti senza alcun coinvolgimento della base.
Biesse si impegna attivamente per facilitare il dialogo fra funzioni e livelli. La società crede nella comunicazione diretta: più rapida e facile è la comunicazione, maggiori i benefici per tutta l’azienda.  Infatti, spiegando nel dettaglio le ragioni di una particolare innovazione tecnologica, questa incontra molte meno resistenze da parte dei dipendenti.
“Siamo una squadra: non è un modo di dire, ma una vera e propria filosofia. Abbiamo provato con mano quanto sia premiante coinvolgere quanti più stakeholder possibili, e siamo assolutamente determinati a procedere su questa strada. Abbiamo unito IT e OT, e ci siamo riusciti perchè tutti hanno creduto al progetto proposto. E sottolineo proposto, non imposto. Anche questa è stata la chiave del successo del progetto di Biesse”.

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