Bernabé: “Un’alleanza per la rete del futuro”

Per costruire il Next generation network ci vogliono troppi soldi. Con le tariffe che calano Telecom non ce la fa. Ci vuole l’apporto di tutti

Il gran numero di utenti che scarica video sta provocando una crescita esplosiva del traffico dati e la rete italiana a breve potrebbe andare in tilt. Franco Bernabé, amministratore delegato di Telecom, in un’intervista a Repubblica lancia l’allarme.


“Negli ultimi cinque anni si è registrato un progressivo abbassamento dei prezzi per i servizi alla clientela che si è anche accompagnato a un peggioramento della qualità del servizio dovuto al forte aumento degli interventi di trasformazione e a un più intenso uso della rete di accesso. Se non interrompiamo questa spirale al ribasso assisteremo a inevitabili ricadute sui servizi alla clientela e sul funzionamento della rete”.


Il Next generation network è necessario pena il rischio crollo della rete. Ma per fare le reti di nuova generazione secondo Francesco Sacco, docente della Bocconi, ci vogliono da cinque a dieci miliardi di euro, una cifra differente rispetto agli 8-15 (la forchetta è sempre ampia) miliardi di euro indicati tempo fa da Corrado Calabrò presidente dell’Authority per le garanzie nelle comunicazioni.


Secondo Sacco l’investimento dovrà essere realizzato in tempi brevi visto che Paesi come Olanda, Giappone e Corea, entro il 2010 prevedono di raggiungere tassi di saturazione nei collegamenti a fibra ottica intorno al 100%.


In questo quadro gli ottocento milioni di euro stanziati dal governo sono una buona cosa ma non possono certo bastare. E allora Bernabé chiede un sforzo comune. “Bisogna garantire il cash flow necessario a finanziare la rete Ngn in modo da poter portare la banda la banda larga dappertutto nel paese. Occorre uno sforzo comune: Telecom, autorità, governo e operatori terzi per dotare il paese di questo fondamentale asset”.


Benabé ce l’ha con le tariffe: “Con i prezzi che scendono del 10% l’anno come fa Telecom a finanziare gli investimenti nella nuova rete?”.


Per questo, sostiene il numero uno di Telecom, occorre passare, nella modalità di fissazione delle tariffe da un modello contabile orientato al passato (costi storici a uno rivolto al futuro (costi incrementali). Finora si sono utilizzate formule che non hanno promosso la crescita delle infrastrutture. Ora invece tutti devono fare la loro parte, anche gli operatori terzi, e Telecom deve creare le condizioni per assicurare un ritorno per tutti.


In assenza di un quadro regolatorio chiaro, aggiunge Bernabé, “Telecom non è in grado di fare la sua parte. In Asia l’hanno capito per tempo e i governi stanno finanziando le nuove reti. Negli Usa hanno scelto la via della sospensione della regolazione proconcorrenziale”.


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