Bbf: la banda larga ristruttura l’azienda

A Roma si parla di comunicazione, reti, persone e business. Nella crisi, la tecnologia è la salvezza.

Torna a Roma il Broadband Business Forum, in questa terza edizione associato all’Expocomm, per trattare i temi della comunicazione tra reti e persone ma calati nella realtà del business.

L’accento dato alle reti cellulari di prossima generazione è abbastanza particolare. La tavola rotonda in apertura di evento ha convogliato in un paio d’ore un argomento piuttosto impellente, presentato da una pluralità di operatori e su una ampiezza di vedute difficile da chiudere in novanta minuti. Anche altre occasioni dedicate alle Ngn, reti di prossima generazione, puntano esclusivamente sulla ricerca d’un modello di business.

Delle reti mondiali, l’unica sufficientemente avanzata per i nuovi servizi è quella giapponese, secondo un’indagine su 42 Paesi commissionata da Cisco alle università di Oxford ed Oviedo. L’Italia non sta messa malissimo, anzi sembra in fase di recupero di capacità proprio grazie alla Rete.

Una delle domande da farsi, posta esplicitamente da Gianluca Betello (Finmeccanica), è se Ngn possa essere lo snodo di convergenza prima, sviluppo poi, per il Paese. La sintesi governativa di Paolo Romani (Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni) è che soldi non ci sono. «L’infrastruttura è un problema nazionale e non può essere lasciato all’iniziativa dei singoli», ha rilanciato Alberto Lotti (Alcatel-Lucent).

Stefano Nocentini (Telecom) c’informa che la richiesta di banda raddoppia annualmente su rete fissa e ancora di più in rete mobile; secondo Alcatel-Lucent la richiesta di banda continuerà ad aumentare, con modello più certo per le aziende che ne ricavano cospiscui risparmi. Ma le diverse reti attuali continueranno a coesistere ancora per svariati anni, ammonisce David Wang (Huawei).

La crisi finanziaria darà una forte spinta alle aziende: chi non cambia morirà, sintetizza Stefano Venturi (Cisco). Più pragmaticamente, i paradigmi di sopravvivenza sono la collaborazione 2.0 e la virtualizzazione di elaborazione e storage sono al centro del ripensamento dell’Ict mondiale.

Tu Jiashun (Zte) ritiene che l’aspetto tecnologico sia centrale per un partner qualificato, per cui la convergenza di vecchie reti in compatibilità o emulazione possono essere ritenute la vera killer application.

Molto lo spazio dedicato al Wimax in diverse salse, che più d’una volta traina il discorso wifi sul quale l’Italia non sembra adatta ad impostare un modello di business ripetibile.

Ma a guardare il programma e gli espositori, il settore che più si segnala in rapporto allo specifico del Bbf-ExpoComm è senz’altro quello dei servizi. L’evoluzione dei contact center, le reti municipali, servizi d’infrastruttura ed altri argomenti portano in sé le stimmate della necessità di far business in modo nuovo.

È ben visibile, anche se sfumata, la coda lunga del Web 2.0 e dei social network, nel cui nome oltre alle sessioni convegnistiche sono stati organizzati anche eventi con la collaborazione di realtà che sfruttano bene il nuovo networking sociale, come il Professional People in Urbe, in breve Ppu.

Proprio le modalità 2.0 sembrano far da collante tra i contenuti vecchi e nuovi, tra i quali a fare la parte del leone al Bbf troviamo la WebTv. Si tratterà di vedere se dalla griglia degli interventi trapelerà qualche utile suggerimento per far business oltre la tenaglia del mecenatismo brand/business Tv e la tenue speranza del marketing comportamentale. Su tutti i contenuti, poi, aleggia lo spettro del Drm, la gestione dei diritti, vera chiave di volta della collisione tra mondo digitale e mondo reale.

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