Bastano poche mosse per migliorare il data center

«Nei data center fondamentalmente ci sono due temi che possono dare una mano ai Cio in termini di efficienza energetica e di spazio – esordisce Sabino Prizio, responsabile Igem Data Center Technology & Operation e della campagna Green It di Accenture – …

«Nei data center fondamentalmente ci sono due temi che possono dare una mano ai Cio in termini di efficienza energetica e di spazio – esordisce Sabino Prizio, responsabile Igem Data Center Technology & Operation e della campagna Green It di Accenture -. Il primo riguarda la sfera informatica e si riferisce a progetti di consolidamento e di virtualizzazione dei server. Spesso, visitando le aziende, noto che molte hanno avviato iniziative puntuali, però non di trasformazione dell’infrastruttura in ottica virtualizzazione, per cui è ancora presente un utilizzo poco efficiente delle Cpu, piuttosto che di frammentazione sulla parte storage. Per cui una mossa che può essere fatta in maniera abbastanza rapida dalla direzione It è di capire l’effettivo utilizzo delle macchine all’interno del data center, in quanto molto spesso, una volta avviate non si attiva un processo ben curato di dismissione delle stesse, per cui può capitare che un 10% delle macchine presenti in un data center non sia effettivamente utilizzato». Quindi un’iniziativa rapida di intervento che Prizio consiglia, è quella di verificare il reale utilizzo del parco installato, per valutare dove si può intervenire, dalla dismissione al consolidamento alla virtualizzaione, al provisioning automatizzato, che consente di ottimizzare le curve di carico di utilizzo. Con una serie di interventi di questo tipo è possibile ridurre in modo significativo il carico di server, storage e degli altri componenti che pesa sul data center.

Gli It manager, dunque, si stanno muovendo in questa direzione? «Alcuni sì, altri no, altri ancora pensano di averlo fatto, ma in realtà non l’hanno fatto fino in fondo – risponde il manager -. Peraltro alcuni hanno remore nei confronti delle nuove tecnologie, sull’effettiva affidabilità e compatibilità dei software di virtualizzazione con quelli già presenti da anni in azienda, che non sono stati sviluppati in quest’ottica, per cui un po’ di problemi ci sono ed è per questo che poi chiamano noi consulenti per essere aiutati. L’altro tema importante rispetto al data center è di pensare comunque come facility al paradigma del green It e all’alta densità del data center, cercando da un lato strumenti di raffrescamento più efficaci del passato e accorgimenti che possono far risparmiare energia. Poi anche la disposizione delle macchine stesse può portare ulteriori miglioramenti nell’ottimizzazione dei flussi di calore all’interno del centro, come per esempio i sistemi blade, che se da un lato portano a una riduzione degli spazi, dall’altro riscaldano più dei normali server. Per cui ci sono tantissimi accorgimenti da implementare per poter avere una capacità computazionale maggiore in spazi ridotti, risparmiando energia».

Su questo fronte, Accenture ha un approccio metodologico che prevede una serie di step: uno è l’utilizzo di un questionario che si chiama Green Maturity Model, che non riguarda solo il data center e i temi energetici ma tutta una serie di componenti, dalle postazioni di lavoro al modo in cui vengono riciclati gli apparati elettronici, alle modalità di comunicazione interpersonali, viaggi e via dicendo, che fa un assessment su tutte le varie dimensioni per individuare le aree dove si può risparmiare. Dopo di che, nello specifico, c’è uno strumento che si chiama Green Data Center Calculator, il quale in base a una serie di parametri, fa un calcolo del consumo energetico attuale e poi attiva una simulazione di quello che potrebbe essere l’andamento nel tempo dal punto di vista energetico, della produzione di Co2 e costi associati, derivanti dalle iniziative prima accennate.

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