Bando per l’e-commerce. La protesta degli esclusi

In rete la protesta delle aziende che non hanno ottenuto i finanziamenti per il commercio elettronico

Scatta la protesta delle aziende contro i risultati del terzo bando
sull’e-commerce. Il sito contributi.it sta infatti raccogliendo le adesioni di
chi contesta l’esito della gara. Secondo il portale “Già più di 100 imprese hanno formalmente aderito alla contestazione nata spontaneamente e con il solo passaparola. Questo ci ha fatto capire quanto delicata sia la questione. È probabile che oltre a inviare al ministero delle Attività produttive un intervento comune, le imprese chiederanno di agire in Parlamento con un’interrogazione sulle motivazioni dei risultati. Temiamo e crediamo che la forte irritazione per un bando che le imprese hanno percepito e vissuto come una “vera e propria beffa” potrebbe anche sfociare in un ricorso o in un esposto alla procura della repubblica”.


Secondo le aziende che contestano il bando, i finanziamenti sarebbero andati “ai soliti noti” abili a formulare proposte che sfruttassero a fondo i criteri di formazione del punteggio. Inoltre ”la maggior parte dei primi 30 progetti circa è composta da consorzi messi insieme senza coerenza (non appartengono a filiere e troviamo aziende di ascensori consorziate ad aziende di Leasing, di refrigerazione, di logistica ecc.). Il bando prevedeva una limitata valutazione tecnica: quindi tutto era ammissibile”.
Senza contare che qualcuno avrebbe esagerato nelle spese di
consulenza che garantirebbero punteggi migliori ma progetti molo
squilibrati.





“Chi ha fatto le valutazioni di “congruenza e pertinenza” previste praticamente sempre da qualsiasi bando ministeriale?”, si chiedono le aziende escluse secondo le quali “moltissimi dei progetti, presentati dallo stesso soggetto
promotore, o anche da diversi altri promotori” sono praticamente fotocopie di
altri progetti.

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